13 Speleosubacquea

Riferimenti: [641] [642] [643] [644] [645] [646] [647] [648] I materiali per la speleosubacqua consistono di tutti i materiali per le immersioni subacqee adattati per immersioni in zone ristrette e senza illuminazione. Percio`,

  • muta (stagna), con cappuccio di protezione, guanti e calzari. Per proteggere la muta si porta una tuta speleo in nylon sopra. Questa deve avere dei fori in corrispondenza delle valvole della muta e per la frusta. La muta stagna viene appena gonfiata, per impedire l'effetto ventosa, ma non usata per l'assetto. Per questo si usa il gav.
  • sottomuta, oppure mutandoni e maglia di lana, oppure sottotuta in pile.
  • gav e piombi; la cintura dei piombi non deve slacciarsi facilmente come al mare e va portata soto il gav. Si puo` fermare il gancio della cintura con un elastico: e` sufficiente per bloccare e si puo` comunque aprire la cintura anche con una sola mano.
  • due bombole con erogatori dotate ciascuna del proprio manometro; inoltre le bombole devono avere la rete di protezione e protezione della rubinetteria; Usare etichette colorate su manometri e secondi stadi, con colori corrispondenti.
  • trancino, al posto del coltello, portato attaccato ad un braccio. Il trancino, contrariamente al coltello, puo` essere usato con una sola mano per tagliare un cavo;
  • due erogatori con primo stadio indipendenti e con raccordi DIN;
  • tre (o piu`) luci indipendenti, ognuna con durata superiore a quella programmata per l'immersione. Almeno una lampada con potenza di almeno 20 Watt. Queste devono essere sistemate sul casco (fissate con elastici) per lasciare le mani libere. Le lampade non devono essere assolutamente lasciate penzoloni o flottanti; In acqua si tengono accese sempre due lampade almeno.
  • una maschera, e un'altra di sicurezza; data la fragilita` nel trasporto utilizzare un contenitore molto robusto. Mettere la maschera sotto il cappuccio. Assicurarsi che la maschera vada sotto il casco. Percio` quando la si compra provarla col casco.
  • Sostituire il sottogola del cacso con un elastico.
  • orologio, profondimetro, bussola, tabelle e computer (anche se sembra che i computer non siano tarati per immersioni in grotta). Come tabelle van bene quelle pubblicate dal ministero dei lavori francese, che sono tabelle professionali che tengono conto di un impegno lavorativo in acque fredde.
  • pinne con salvapinne (elastici fermapinne);
  • svolgisagola e sagola ausiliaria (di sicurezza).

Non bisogna avere nulla di pendente o tagliente, niente attaccato alle gambe. Gli erogatori e i manometri devono essere fissati al corpo in posizioni facilmente accessibili con le mani. Puntare la lampada leggermente verso l'alto per poter notare il classico specchio del contatto aria-acqua. La sagola e` estremamente importante perche` rappresenta l'unico modo per indicare la via di uscita. La sagola deve riportare la direzione di uscita almeno ogni dieci metri. Essa deve essere posta adeguatamente ed in tensione per evitare ingarbugliamenti. Nel metterla evitare che si infili fra lame che rendano difficile l'inseguimento della sagola al ritorno (in acque torbide). Dovrebbe essere posizionata al centro del passaggio. La sagola deve arrivare fino fuori dalla superficie. La sagola puo` essere fissa o temporanea (o entrambe). Non si abbandona mai il contatto fisico con la sagola.

In grotta sono migliori le immersioni in solitaria. Il metodo di coppia non e` idoneo poiche` il compagno, in grotta, puo` far poco in caso di necessita`. E` quindi meglio avere una doppia attrezzatura (bombole, erogatori, luce), e curare la preparazione. Bisogna esser abituati ad affrontare i problemi dell'immersione da soli e saperli risolvere. Bisogna avere un ottimo controllo del galleggiamento (equilibrio) e avanzamento idrostatico per limitare il sollevamento di fango che intorpidisce l'acqua.

La pianificazione dell'immersione non e` fondamentale, anche se e` bene farla. Non si puo` fondare la propria sicurezza sulla pianificazione. Sono invece fondamentali la cura nella preparazione fisica e quella del materiale. Lasciare 10% dell'aria come riserva. Della restante utilizzare 1/3 entrando, in modo da averne 2/3 quando si inizia ad uscire. Respirare alternativamente da tutte le bombole, per utilizzarle al contempo. Questo, assieme alla regola 1/3 - 2/3, ci da` un grado di sicurezza poiche` se una bombola/erogatore vien meno, ci resta nell'altra abbastanza aria per uscire. Per esempio con 200 bar, tolti 20 di riserva, se ne usano 60 per entrare, e quindi si torna quando il manometro segna 140 (cioe` 200 - 60 ). Lo speleosub dovrebbe arrivare al sifone non affaticato. Percio` ci deve essere una adeguata squadra di appoggio per il trasporto della attrezzatura.

Occorre trattare con prudenza l'aria in ambienti chiusi perche` potrebbe non avere una sufficiente quantita` di ossigeno. Quindi non togliersi il boccaglio. La volta dopo ci si porta una apposita fiala per fare una analisi dell'aria. Fare un rilievo speditivo all'andata, quando la visibilita` e` ancora buona. Per il rilievo si usano il profondimetro (per la prodonfita`), la bussola (per la direzione), e la distanza indicata sulla sagola. Voltarsi spesso per annotarsi mentalmente le svolte e i passaggi sulla via del ritorno.

Problemi:

  • aggrovigliamento della sagola;
  • passaggio di strettoie;
  • visibilita` ridotta o nulla;
  • profondita` (con aria si arriva al massimo a circa -40 m);
  • correnti;
  • temperatura.

L'acqua pura assorbe velocemente tutta la luce, tranne il blue; anche questo permette di vedere al piu` una trentina di metri. La visibilita` poi e` notevolmente ridotta se ci sono particelle in sospensione (argilla, limo) che diffondono la luce, come una fitta nebbia, e puo` addirittura arrivare a zero. Quando l'intorbidimento e` causato da recenti precipitazioni, l'acqua rimane torbida per giorni, finche` le sospensioni non si depositano. Non e` inusuale che lo speleosub stesso causi l'intorbidimento sollevando argilla col suo passaggio. Cosi` le acque limpide all'andata divetano opache al ritorno e, in questo caso, seguire la sagola e` necessario. Le strettoie sono pericolose. Alcune si restringono impercettibilmente, finche` lo speleosub si ritrova incastrato, con difficolta` anche a ritornare. Occorre valutare attentamente le difficolta` che una strettoia puo` presentare. A volte e` necessario togliersi le bombole per passare e rimettersele oltre. La corrente puo` rappresentare un problema pericoloso. Se all'andata si e` portati dalla corrente, al ritorno ce la si ritrova contro. Rallenta l'andatura e richiede un notevole maggior sforzo. Nei punti stretti poi la corrente e` ancora piu` forte per l'effetto Venturi. Infine se e` molto forte puo` arrivare a trascinare lo speleosub e sbatterlo contro le pareti danneggiando l'attrezzatura. La compensazione puo` divenire un problema se ci si trova in un sifone ad andamento su e giu`, e se si hanno problemi alle mucose, tanto che puo` diventare molto dolorosa. I problemi della profondita` sono connessi all'accumulo dei gas all'interno dei tessuti, e alla loro tossicita`.

  • narcosi da azoto;
  • tossicita` dell'ossigeno (a -60 m);
  • decompressione, per smaltire l'azoto.

L'acqua assorbe calore molto piu` velocemente dell'aria, percio` c'e` la necessita` di una adeguata protezione termica (muta stagna o semistagna). In acque fredde ci vuole la muta stagna.

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marco corvi - Thu Sep 16 15:41:55 2004

 
appunti_speleo/13_speleosubaquea/13_speleosubaquea.txt · Ultima modifica: 2008/01/02 14:31 (external edit)
 
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