Data inserimento 2009-12-10 17:35:52 Data ultimo aggiornamento 2009-12-17 20:57:07 Nome Miniere di Monte Loreto
Sinonimi Miniere di Masso Stato Italy Provincia 218 Comune Sestri Levante-Masso Epoca 1800 Longitudine 9° 29' 40.7'' est Latitudine 44° 16' 13.8'' n Datum WGS84 Quota 249
Geologia I minerali utili estratti per il rame erano Calcopirite e Bornite. Le coltivazioni del minerale di rame ha comportato l'apertura di alcune gallerie a livelli diversi a scopo di seguire l'andamento del filone. In queste miniere si coltivavano filoni di contatto tra serpentino e una roccia diabasica, ora variolitica, ora scistosa. La direzione prevalente di questi filoni è NW SE con inclinazione SW. Il minerale che si estraeva consisteva in Calcopirite ed Erubescite (antico nome della Bornite), a ganga talvolta quarzosa e talvolta calcarea. Itinerario di accesso Da Sestri Levante, si prosegue per Casarza Ligure e poi per Masso. Arrivati in questo piccolo paese si parcheggia la macchina dal cimitero. Sotto il cimitero c'è un sentiero segnato che si inoltra nel boschetto, si arriva prima al sito archeologico, la cava in questione rimane dietro.
Questa miniera è caratterizzata da qualche pozzetto da scendere su corda, compreso lo scivolo iniziale.
Descrizione Il complesso minerario di Monte Loreto, pur avendo numerosi ingressi sparsi nei boschi e pendii del territorio intorno all'abitato di Masso, ad oggi presenta solo tre ingressi agibili. Gli altri parrebbero franati e molto instabili. Alcuni soci appartenenti a tre gruppi speleologici Genovesi (Martel,Ribaldone e San Giorgio) recentemente hanno visitato i tre ingressi , inoltrandosi per alcune centinaia di metri nelle intricate gallerie delle miniere. Il primo ingresso, con andamento orizzontale, si può percorrere in tutta sicurezza senza alcuna attrezzatura speleologica, indossando un casco con illuminazione e indumenti pesanti. A questo primo ingresso si accede imboccando Via dell'Acquafredda e parcheggiando l'auto a circa metà della via in alcuni slarghi sulla destra. Sempre sulla destra, a piedi, ci si inoltra in un sentiero in discesa che porta a dei terrazzamenti privati coltivati ad olivi. Risalendo i terrazzamenti, si oltrepassa una cascina e una cisterna per la raccolta dell'acqua. Una volta oltrepassata la cisterna, dopo poche decine di metri si scorge sulla destra l'ingresso alle gallerie della miniera. Questa miniera, che noi abbiamo identificato non con assoluta certezza come quella denominata "XX Settembre" , si presenta con una serie di gallerie orizzontali, in buono stato, senza preoccupanti crolli. Molto interessanti sono le cisterne per la raccolta dell'acqua, completamente allagate di acqua limpidissima e le numerose venette quarzose che presentano scintillanti e trasparenti cristalli di quarzo.
Tornati all'abitato di Masso, una volta parcheggiata l'auto nei pressi del cimitero del paese, si raggiunge il secondo ingresso, posto sulla sinistra della strada asfaltata, al di sotto del manto stradale. Questo ingresso (forse identificato come Miniera Marsala Sup.) è parzialmente crollato. Per accedere alla prima galleria occorre strisciare per alcuni metri. Questa miniera è costruita a gallerie sovrapposte e per poter accedere alle gallerie inferiori occorre l'attrezzatura speleologica e alcuni spezzoni di corda da 15/20 metri. Alcuni ambienti presentano soffitti altissimi con intenso stillicidio. Alcune gallerie sono semiallagate e alcuni ambienti presentano vere e proprie cascate d'acqua.
Il terzo ingresso è il più spettacolare. Lo si raggiunge seguendo il sentiero che scende sulla destra del cimitero e che porta anche al vicino ingresso della miniera preistorica, quella datata 3000 a.C. La miniera preistorica, in cui è vietato l'accesso, è tutt'ora interessata da scavi archeologici, iniziati nel 1996. Tali scavi hanno portato al ritrovamento di interessanti reperti quali frammenti di ceramica comune depurata, ceramica comune grezza, pietra ollare ed anforacei datati VI-VII secolo. Alcune decine di metri alla destra della miniera preistorica, nel bel mezzo di una roccia di colore rossastro, si può vedere l'ingresso della miniera ottocentesca (Miniera di Santa Lucia e Santa Barbara), protetto da alcuni tubi innocenti. Sempre con attrezzatura speleologica si scende lo scivolone iniziale, che termina in cima ad un pozzetto da attrezzare con uno spezzone di corda. Alla base del pozzo inizia una serie di intricate gallerie, alcune cieche, altre parzialmente franate e altre talmente allagate da risultare impraticabili. Sicuramente si ritenterà la progressione in periodi estivi, con scarse piogge.
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