Nome Grotta degli Olmi - aggiornato Data inserimento 2007-02-08 18:46:19 Data ultimo aggiornamento 2008-04-06 21:37:05
Tipo di cavità grotta Stato Italy Provincia 267 Comune Cairo Montenotte Località Riserva Naturalistica dell'Adelasia Ferrania Monte Bric Curlin Valle del Rio Ferranietta Area speleologica Adelasia Numero catastale Li/SV 421 Sviluppo totale 1496 Dislivello -135 m Gruppi GGCAI Novara - GGCAI Savona - GSS DLF Savona Longitudine 8° 21' 46'' E Latitudine 44° 23' 41.40'' N Datum ED50 Quota 620 m s.l.m. Cartografia ctr 1:5000, el229014 Rocca della Adelasia
Geologia Il processo geologico di sovrascorrimento avvenuto fra le rocce appartenenti alle serie ofiolitiche del Gruppo di Voltri-Montenotte (Lias 190-170 milioni di anni fa) ed i calcari cristallini giurassici è l'ipotesi di base dei risultati ottenuti dai recenti studi effettuati sull' idrogeologia della Grotta degli Olmi. Dalla ricostruzione di una sezione stratigrafica si può osservare, infatti, che le rocce magmatiche impermeabili (gabbri, metagabbbri e prasiniti) sono appoggiate su una bancata di calcari cristallini molto fratturati e permeabili, a loro volta in contatto con i calcari dolomitici del periodo triassico. Schematizzando in termini idraulici questa particolare configurazione geologica, si può immaginare il sistema suddiviso in due parti con funzioni distinte: a monte il Bric Curlin, costituito da rocce magmatiche e ricoperto da fitti boschi di faggio, è rappresentabile come un grosso serbatoio (1) capace di immagazzinare al suo interno rilevanti volumi idrici che vengono drenati dalla rete carsica della Grotta degli Olmi (2) fino a sgorgare 600 metri più a valle nella Sorgente dell'Acqua che Bolle. A conferma del modello fin qui descritto si possono richiamare i tracciamenti esterno-interno del maggio 2004, che hanno evidenziato come le acque del torrente (Idrofango) a monte del P30 (captori posizionati a -100) siano rimaste incontaminate fino alla confluenza (captori positivi a -120[T*] e -130 [T] ) con quelle provenienti dalla cascata della zona [N] dove viene parzialmente inghiottito il deflusso superficiale del Rio Grinda. Infine l'analisi delle portate di suddetta sorgente evidenzia risposte non immediate alle precipitazioni ed una curva di esaurimento che decresce molto lentamente nel tempo. Tale comportamento non corrisponde al comportamento tipico di una sorgente carsica. Il risultato di queste insolite combinazioni geologiche evolutesi in milioni di anni ha portato alla formazione di un perfetto sistema di raccolta delle acque che riunisce, in un solo sistema, i pregi della filtrazione e purificazione delle acque dovuta alla lunga permanenza nella falda di monte e l'elevata capacità di drenaggio e trasporto tipiche di un acquifero carsico. Itinerario di accesso Dalla stazione di Ferrania, proseguire in direzione Cairo Montenotte per circa cinquecento metri. Al primo incrocio (rotonda in erba) svoltare a destra sulla strada dapprima asfaltata e successivamente sterrata, che risale la valle del Rio Ferranietta per circa 2,5 Km. In dieci minuti si raggiunge uno spiazzo riconoscibile per la presenza di due sbarre che delimitano l'ingresso della Riserva Naturalistica dell'Adelasia. Da qui continuare a piedi oltre la sbarra prima del ponte sopra il torrente e dopo circa cinquanta metri, sulla sinistra, prendere visione del cartello informativo dove sono segnati tutti i percorsi della Riserva per imboccare quello contrassegnato con il numero 2. Si procede in salita seguendo la strada di crinale fino ad un quadrivio a quota 500 m slm e si imbocca il sentiero di mezza costa, pressoché pianeggiante, sulla sinistra (abbandonando il percorso 2 che, in salita, conduce ai prati dell'Amore). Dopo circa settecento metri dal bivio si incontrano, sulla sinistra, i ruderi della Cascina del Rizzo. Continuare sul sentiero in direzione nord-ovest e dopo ottocento metri, dove la strada incrocia la confluenza tra il Rio degli Olmi ed il Rio Grinda (solitamente in secca), attaccare il ripido crinale compreso fra essi. Con un po' di attenzione non è difficile individuare l'ingresso della grotta posto a 620m di quota sotto alcune rocce scostate dal crinale, di poco, verso destra salendo, a cinque minuti di cammino dalla strada principale. Descrizione Situata nel cuore della Riserva Naturalistica dell'Adelasia, la Grotta degli Olmi è la cavità, più occidentale di tutta la catena appenninica con sviluppo superiore al chilometro. Nonostante la sua struttura appaia a prima vista complessa, se osservata da una solita visione di pianta e sezione longitudinale, dopo un'attenta analisi effettuata con l'ausilio di programmi di restituzione del rilievo tridimensionale è stato possibile schematizzare la morfologia della grotta su due soli piani che si intersecano in prossimità degli ambienti più ampi (â€ËœSala del Frastuono' [R]). Partendo dall'ingresso e percorse le prime salette, ove si nota sul pavimento la presenza di alcuni gradini artificiali, ci si imbatte in un vero e proprio dedalo di gallerie interconnesse fra loro da una molteplicità di cunicoli di varia forma e dimensione, che dipartono tutti dalla â€ËœSala del Labirinto' [C] e dalla poco più a valle â€ËœSala delle Condotte' [D]. A circa otto metri di profondità, a pochi passi dall'ingresso, la prima diramazione che si incontra è il ''Ramo delle Unghie'' [U], condotta freatica che, se percorsa in direzione SE, conduce oltre il corso superficiale del Rio degli Olmi, qui inghiottito, fino a chiudersi su un'infima diaclasi verticale in prossimità del contatto con le tipiche rocce nere presenti qua e là in tutta la grotta (ofioliti) [Z]. Dalla parete Est della ''Sala delle Condotte''[D] si apre un passaggio dall'aspetto freatico: l'entrata dei â€ËœTortigli' [G]: infiniti e divertenti tubi freatici di piccole dimensioni che portano ad una forra, dove riappare il rivo d'acqua proveniente dalla ''Sala delle Unghie''[U], confluente poco più a valle nel meandro [H] che porta al fondo. Sempre dalla ''Sala delle Condotte'' [D], ma in direzione NO, diparte uno stretto cunicolo inclinato di 30° (è la stessa inclinazione del crinale esterno a cui la galleria procede parallela) dal quale prendono forma i Rami Occidentali. Ci si trova sul piano di giacitura degli strati ed è ben evidente il canale di volta. Poco più avanti, attraversato un ambiente piuttosto articolato e di discrete dimensioni con concrezioni a forma di cavolfiore, si giunge in una saletta [E*] (-45m di profondità, a soli 11m in linea d'area dal Rio Grinda) sul contatto con gli scisti ofiolitici [X] dove, nei periodi di piena, una modesta cascata precipita dall'alto per disperdersi nella ghiaia di fondo: appena 19m in pianta e 18 di profondità dista la cascata (perenne) [N] che inghiotte il corso esterno del Rio Grinda. Risalendo verso Sud, lungo il piano delle stratificazioni, si sbuca nell'inaspettata â€ËœSala della Lama' [Y], dominata da un notevole masso inglobato nella concrezione. Da qui, scendendo verso ovest, si può accedere ad un altro ramo che risale quasi fino a toccare l'esterno e dove è presente la tana di un animale. Tornando alla â€ËœSala delle Condotte' [D] e scendendo in direzione Nord, si imbocca lo stretto meandro [H], inclinato di 40° che, oltrepassato il P7 [L] e la famigerata strettoia della â€ËœBuca da Lettere'[M], che catapulta a -85m nella forra parallela al Rio Grinda (dopo i numerosi interventi ¬di disostruzione lo stretto passaggio ha perso il fascino originale!). Percorrendo la suddetta forra in direzione SO per circa 30m ci si trova esattamente sotto il getto di una cascata che ha scavato nel corso dei millenni un pozzo ellissoidale [N] in un candido calcare marmoreo. Risalita la cascata per un paio di metri si accede in un ambiente di modeste dimensioni impostato sullo strato che risale verso i Rami Occidentali. Da notare, poco prima della cascata, un passaggio a Nord che conduce in una suggestiva sala [P] sul contatto con gli scisti ofiolitici che, risalita con la dovuta attenzione a causa dell'instabilità di alcuni enormi massi, conduce, attraverso una finestrella, ad una cengia che sovrasta il pozzo[N] e dove il flusso della cascata arriva completamente nebulizzato precipitando dall'alto. Invece, se si segue la forra in direzione NE ci si accorge di camminare lungo una discontinuità di interstrato delimitata a sinistra da scisti e a destra da calcari. Le dimensioni aumentano, la volta si innalza ma chiude in prossimità di una brusca piega di 90° degli strati che costringono la forra in uno stretto meandro in direzione SE, passaggio obbligato per chi vuole raggiungere il fondo. Riassumendo, la maggior parte delle gallerie fin qui descritte appartengono ad uno stesso piano di giacitura degli strati che si sviluppa, andando dall'ingresso verso il fondo, in direzione Nord (ortogonale al crinale esterno) con un angolo di immersione di circa 40°. Sul medesimo piano si trova inoltre la rete di drenaggio del Rio degli Olmi che, inghiottito a 620m di quota in prossimità della â€ËœGalleria delle Unghie' [U], devia verso Nord ortogonalmente al suo corso superficiale per confluire, in prossimità del fondo, con le acque inghiottite dal Rio Grinda, in quelle del torrente principale provenienti dal drenaggio della falda di monte. A completare la struttura della grotta, il secondo piano di giacitura si sviluppa in direzione SE-NO con un angolo di immersione, prossimo ai 65°, che rispecchia la configurazione a franapoggio del versante NO del Bric Curlin. I calcari cristallini di basamento, sovrastati dai calcari dolomitici e confinati a nord dagli scisti ofiolitici, si correlano esattamente con la struttura geologica esterna. La faglia che solca la collina in direzione SO-NE, per poi piegare verso E puntando dritta verso il suo cuore, delimita il piano su cui appoggia questa parte di grotta e permette al Rio dei Salmoni (questo è il nome del principale torrente interno) di raccogliere le acque di drenaggio immagazzinate nella falda, senza ricevere contributi dal torrente esterno cui scorre parallelo. La â€ËœSala del Frastuono' [R] è l'ambiente più grande e suggestivo dell'intera grotta: un'immensa fessura alta più di 30m e larga 8, scavata nel tempo dall'erosione regressiva della cascata. La cascata fuoriesce a metà parete per infrangersi con tutta la sua potenza sopra una lama che ne nebulizza il getto. L'acqua si perde in una fessura impraticabile per ricomparire più a valle nei rami che scendono verso il fondo [T][T*]. Il fondo della grotta è raggiungibile seguendo lo sprofondamento a Ovest del grosso masso ai piedi del pozzo nella â€ËœSala del Frastuono' [R]. Un primo ramo si sviluppa per circa trenta metri fino a -120m dopo aver incontrato il â€ËœRio dei Salmoni', che sifona in un bel laghetto dalla volta bassissima. Il secondo procede con una pendenza di circa 35° su fango argilloso per finire sul torrente (-121m), percorribile ancora per una trentina di metri in anguste gallerie, ove scompare a -131m, limite inferiore raggiungibile fino a questo momento. Siamo a circa 490 m slm e a poco meno di 700m in linea d'area dalla sorgente dell'Acqua che Bolle (475mslm): il dislivello di soli 15m determina una pendenza dell'alveo di poco superiore al 2%. Questa pendenza è circa un terzo di quella del tratto terminale dell'alveo esterno, solitamente asciutto; questo permette di ipotizzare di trovarsi molto vicini alla superficie freatica, quasi sicuramente drenata fino alla sorgente in sub alveo. Se invece si decide di risalire il P30, o per la via diretta (dove è posizionata una corda fissa), o seguendo il corso del Rio, si raggiunge il â€ËœPozzo G.G.F.' [GGF] così chiamato per il ritrovamento, durante l'esplorazione del 2002, dei resti di un impianto di illuminazione appartenuto agli arditi Ferraniesi arrivati fin lì quarant'anni prima. L'ambiente è suggestivo e riprende in piccolo (è alto circa 15m) quello del â€ËœSalone del Frastuono'. Costeggiato il pozzo su una cengia dalla roccia piuttosto friabile si accede ad una fessura che conduce ai rami a monte della grotta. È facile intuire l'origine del nome dei â€ËœMeandri dell'Idrofango': strette ed appiccicose condotte, completamente rivestite da uno strato di argilla di qualche centimetro e caratterizzate da un'inclinazione di circa 65°. Occorre superare in libera alcuni saltini di pochi metri [IF1] per ritrovarsi sospesi su un meandro di sezione ogivale da percorrere in opposizione [IF2]. È possibile seguire per circa 20m un ramo secondario che si sviluppa ad est e termina in una saletta circolare con fondo in terra (â€ËœGiazz dla Vurp' [GV]). Terminata la risalita, solo una strettoia nel fango permette di accedere alla â€ËœFerrania Beach' [FB]: due spaziose salette, sovrastate da un P20 (che stringe inesorabilmente), oltrepassate le quali si incontra nuovamente il Rio dei Salmoni, percorribile sia verso valle [RSV] fino ad arrivare a pochi metri dalla sommità del Salone GGF [GGF], sia verso monte dove una stretta fessura impedisce il passaggio anche al più magro degli speleologi. Solo ai piedi dell'ultima saletta [RSV], un accenno di galleria sul contatto con le pietre nere potrebbe dare speranze di prosecuzione. Dopo questa faticosa risalita di oltre ottanta metri le gallerie stringono inesorabilmente, consentendo il passaggio solamente all'aria e all'acqua. Altro,note Tracciamenti con coloranti delle acque della Grotta degi Olmi Tracciamenti interno – esterno inverno 2002 I tracciamenti sono stati effettuati con lo scopo di verificare la correlazione tra le acque interne alla Grotta degli Olmi e le acque della Sorgente dell'Acqua che Bolle. I captori (semplici carboni attivi alloggiati in una retina di materiale plastico) sono stati collocati sui troppo pieni sottostanti il bottino di presa della sorgente. Sono stati utilizzati due differenti traccianti, uno per ogni torrente interno della grotta. Sul torrente principale, quello che attraversa la â€ËÅ“Sala del Frastuono' [R], a quota -100 dall'ingresso è stato rilasciato un quantitativo di circa 150 grammi di fluoresceina sodica. Nel torrente secondario [N], è stato immesso nell'acqua corrente un quantitativo di 200 ml di ammoniaca NH3. Dopo una settimana i carboni sono stati recuperati ed analizzati in laboratorio con esito positivo per la presenza di entrambe le sostanze chimiche. Tracciamento esterno - interno del maggio 2004 Questo tracciamento è stato effettuato con lo scopo di verificare la correlazione fra le acque superficiali del Rio Grinda con quelle interne alla Grotta degli Olmi. I captori sono stati posizionati internamente alla grotta sui principali torrenti interni e precisamente: 1 captore a quota -100 m sul torrente della Sala del Frastuono [R], 2 captori rispettivamente a quota -120[T*] e -130 m sulla galleria che conduce all'attuale fondo della grotta [T], 1 captore a quota -80 m sotto la cascata del pozzo [N], 1 captore a quota -45 m sull'arrivo di acqua nella saletta dei rami secondari [E*]. Un quantitativo di 150 grammi di fluoresceina sodica è stato rilasciato a quota 650 m e coordinate E1449383 N4915949 nel rio alimentato dalla Sorgente dello Stallau a monte di tutti i rami della grotta. I carboni sono stati ritirati il giorno seguente. Sono risultati positivi alla colorazione tutti i captori tranne quello collocato nella Sala del Frastuono [R]. Il tracciamento accerta la rapida infiltrazione nel sottosuolo delle acque superficiali del Rio Grinda in particolar modo nell'inghiottitoio rilevato a quota 620 m sul letto del torrente, esattamente sopra il pozzo ellittico [N]. Di notevole rilevanza la negatività delle acque del Rio dei Salmoni che drenando solamente le acque della falda di monte non sono contaminate da agenti esterni. Storia Negli ormai lontani anni '60, un gruppo di giovani ferraniesi dotato di tanto coraggio e voglia di conoscere, si organizzò per intraprendere una cosa fino ad allora quasi sconosciuta nella nostra valle: la Speleologia. Nacque cosi il Gruppo Grotte Ferraia ovvero il G.F.F. In pochi anni, grazie alle loro capacità, riuscirono ad esplorare e rilevare mettendo a catasto,decine di cavità appartenenti al comprensorio della Valli del Bormida e non solo. Una cosa, però, li interessava più di tutte, quella che allora poteva sembrare una mosca bianca immersa nella scure rocce impermeabili appartenenti alla formazione del gruppo del Beigua: la Grotta degli Olmi. Questa grotta si trova nel Parco Naturalistico dell'Adelasia nella zona compresa fra la cascina del Rizzo e quella della Ciappa, alle pendici degli altipiani delle â€Ëœ'muière dl'Amu''. Il GGF, durante le esplorazioni, scoprì cose molto interessanti raccogliendo dati e catalogando le vari specie animali presenti all'interno della cavità. Dopo alcune centinaia di metri dall'ingresso, furono addirittura trovate firme di partigiani rifugiatisi qui a tempo di guerra e di alcuni visitatori occasionali, come poteva essere il famoso pittore Carlo Leone Gallo (si ricorda ai lettori che con le attuali norme di etica per la salvaguardia delle grotte non è buona usanza né porre firme né danneggiare in qualsiasi modo l'ambiente ipogeo). Non mancano i rami fossili con le classiche stalattiti, stalagmiti e fette di prosciutto, createsi per il concrezionamento dovuto al lento stillicidio delle gocce d'acqua che depositano il carbonato di calcio. Ma i nostri giovani non si accontentarono di ciò e, con qualche problema, riuscirono ad oltrepassare una micidiale strettoia denominata da essi: buca da lettere (prima dei lavori di disostruzione (G.G.CAI Savona) famosa per la sua difficoltà in tutto l'ambito speleologico ligure). Grazie a questo diaframma, raggiunsero zone mai esplorate fino ad allora da alcun essere umano e, con molta sorpresa, trovarono sul fondo una grande cascata che si sviluppava per circa 30 metri di altezza con una portata di diversi litri al secondo. Riuscirono ad esplorare ancora una cinquantina di metri di grotta tentando una risalita di un successivo pozzo attraverso l'utilizzo di pali telescopici ma senza riuscire nell'impresa. Gli ultimi lavori del GGF furono volti al tracciamento attraverso fluoresceina dell'acqua della cascata per capire da quali sorgenti potesse fuoriuscire. I risultati delle prove furono tutti negativi. Da allora diverse decine di avventurieri e gruppi speleologici si recarono in quella sperduta zona dei boschi di Ferrania per riuscire a svelare il mistero che ormai avvolgeva la Grotta degli Olmi. Ma poco e nulla si riuscì a scoprire. Un'unica nota va riservata all'importante lavoro effettuato dal G.G.CAI. Savona nei primi anni '90, che rifece completamente il rilievo di tutti i rami fino ad allora conosciuti con la massima precisione, posizionando anche la grotta rispetto all'esterno attraverso poligonali lungo i corsi dei retani e radiorilevazioni. Ma come è possibile che questa grotta, che si sviluppa per più di un chilometro in stretti meandri ed in zone con poche percolazioni d'acqua, termini proprio nel punto in cui incontra grandi ambienti ed addirittura un fiume sotterraneo? Siamo così rientrati negli Olmi , dopo diverse uscite effettuate da ragazzini a livello escursionistico, per tentare anche noi di dare una spiegazione al complesso sistema idrogeologico che si trova all'interno del parco. Con la collaborazione di membri del Gruppo Speleologico Savonese, Gruppo Speleologico Pinerolo, Gruppo Grotte Novara, Gruppo Grotte CAI Savona, abbiamo ripreso i lavori dov' erano stati abbandonati più di trent'anni fa dal Gruppo Grotte Ferrania. Attraverso un lavoro determinato ed essenziale, siamo riusciti a proseguire le esplorazioni a monte per circa 150m, incontrando ambienti di notevoli dimensioni percorsi da un forte flusso di aria ascendente. Il nuovo ramo della grotta sembra una cosa a se stante rispetto a quelli precedentemente conosciuti. E' impostato su un interstrato di diverse decine di metri di lunghezza che è caratterizzato da un angolo di immersione degli strati rocciosi di circa 65-70°. L'interstrato è orientato di circa 120° rispetto al nord magnetico ed il letto del fiume si trova sul contatto tra calcari e ofioliti del gruppo del Beigua. Rilevo 1
Rilievo 2
Rilievo 3




Coordinate convertite per gps
Lat:44.39386492N Lon:8.36171966E Datum:WGS84
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