Nome Grotta del Monte di Chiatri Data inserimento 2007-01-01 00:00:00 Data ultimo aggiornamento 2005-03-25 09:32:50
Tipo di cavità grotta Stato Italy Provincia 230 Comune Lucca Località Chiatri Numero catastale 1386 / T / LU Dislivello -53 Gruppi GSPT Longitudine 2°03'17'' Ovest di Monte Mario Latitudine 43°51'48'' Quota 370 M slm Cartografia 104 I SE
Itinerario di accesso Da Lucca seguire le idicazioni per Viareggio. In cima al valico di Monte Quiesa, invece di scendere verso massarosa, prendere la strada in salita sulla destra,(indicazione stradale) la strada termina nel paese di Chiatri, nel piccolo piazzale un "sentiero" sulla sinistra porta in cinque minuti all'ingresso della grotta, (chiedere informazioni sul posto). Altro,note L'antefatto

Capita talvolta (raramente) che uno speleo sia costretto ad andarsene al mare.

Capita talvolta (spesso) che lo stesso speleo al mare si annoi a morte.

Capita pure che sulle colline adiacenti al medesimo mare vi siano emergenze calcaree; e capita che vi sia pure una grotta.



Ora, dovete sapere che gli speleo pensano che le grotte siano come i funghi: dove vi è una grotta, ve ne deve essere pure una seconda…una terza…una quarta e cosi via.

Dovete sapere pure che lo speleo non perde il suo ''vizio'' di cercare grotte neppure quando si trova nelle situazioni piu incredibili, immaginatevi se lo può fermare la ''sacra famiglia'' in brache al mare.



Così troveremo il nostro indomito a percorrere boschi, arrampicarsi su rocce, attraversare torrenti per trovare l'oggetto del suo desiderio.

Dovete sapere però che vi è anche un metodo assai meno faticoso di cercare le grotte, e vi potete immaginare che è il piu utilizzato: chiedere agli ''indigeni'' informazioni su buchi, anfratti e robe simili.

Capita poi sempre di trovare il solito vecchietto che ''conosco il territorio come le mie tasche''; e ti porta ad un buco dove la leggenda (che non manca mai) vuole che vi si apra una grotta ''dalle sale immense, dalle gallerie che non finiscono mai'' apprendendo magari che nessuno vi è mai entrato causa del saltino iniziale.

Fu cosi che il nostro socio Loriano trovò la Grotta di MONTE di CHIATRI

L'esplorazione



Dove si racconta di strani individui che sprofondano nelle fratture della terra e di ''locali'' curiosi di sapere cosa vi sia sotto i loro orti.



Sotto gli occhi esterrefatti dell'indigeno, Loriano indossa i paramenti da grotta,accende l'acetilene, ed infilandosi tra i massi di crollo scompare alla vista dell'accompagnatore, che rimane ad aspettare preso dalla curiosità di sapere cosa si nasconda sotto i suoi piedi.

Un breve saltino di un paio di metri e Loriano si trova in una saletta impostata su di una frattura. Nel soffitto si aprono un paio di camini che filtrano la luce, ossia conducono fuori, ma risultano stretti per noi umani; il pavimento è formato da massi di crollo e si abbassa di un paio di metri verso il fondo.

Sempre lungo la direttrice del saltino iniziale la grotta pare proseguire in un pozzetto il cui fondo Loriano non riesce ad intravedere, allora vi lancia il solito sasso per verificarne la profondità: non molta ma comunque sufficiente per bloccare l'esploratore sprovvisto di materiale di discesa.

Non rimane che decidere di tornarvi con attrezzature adeguate e in compagnia; esce ed è sommerso dalle domande dell'anziano accompagnatore.



Seconda operazione di vestizione tra i lecci che circondano la frana che nasconde l'ingresso, la domenica successiva con la compagnia di Massimo.

Ingresso, saltino, sala. Si ammira, si scruta, si studia la roccia. Il pozzetto: si mette una corda e inizia la discesa (8-9 metri ?); si arriva in una seconda sala ancora impostata sulla stessa frattura, un poco piu grande con il pavimento ancora invaso da massi di crollo.

Sul fondo, alla sinistra, risale un paio di metri e chiude; sulla destra una condotta stretta e riempita di sassi franati procede per alcuni metri fino a divenire impraticabile.

La via della prosecuzione la si vede ancora nella verticale del pozzetto, ma adesso si presenta con uno scivolo, non molto pendente che in pochi metri conduce in una galleria, ancora alcuni metri e ci troviamo in una saletta sulla destra.

La grotta pare evere termine qui, ma un attento esame di tutte le fessure, permette di individuare una finestra stretta sulla sinistra in alto. Ci si affaccia e si intravede un pozzo oltre una seconda strettoia, stavolta nella verticale del pozzo. Classico sistema speleo di misurazione: getto del sasso; nel silenzio si contano i secondi di percorrenza, il primo impatto, il rumore del ruzzolare successivo.

Valutazione dei due esploratori: supera i venti metri e ancora continua sul terreno morbido.



la partecipazione del gruppo



In sede il giovedì successivo Loriano parla della grotta, la descrive, chiede collaborazione per effettuare il rilievo, invita gli altri ad aiutare ad allargare la strettoia e spittare il pozzo.

Si decide per il sabato pomeriggio: la grotta è quasi sulla strada, il rilievo da effettuare è breve.

Terza profanazione di questo ambiente che fino ad appena un mese prima, e per milioni di anni era rimasto vergine. Si procede in punta di piedi e ci scusiamo con la terra di queste nostre intrusioni.

Patrizio si prende l'ingrato compito di ''violare'' la vergine roccia con un primo spit, purtroppo necessario anche per soddisfare la curiosità degli abitanti di Chiatri di sapere cosa vi sia sotto i loro orti.

Antonio con bussola e clinometro, e con l'aiuto di Loriano e Gabriele effettua il rilievo: la frattura è impostata su di un asse di direzione Est-Owest.

Alla saletta prima del pozzo, da una fessura sul fondo in basso, si intravede un altro ambiente, ma questa fessura non si addice alla progressione umana: ritorneremo ad allargare? Per adesso andiamo alla finestra: Patrizio sta gia scendendo.

Il pozzo inizia con una strettoia verticale, poi allarga. La corda non è sufficiente: ma non era una corda da 25 metri?

Ci comunica comunque che il pozzo negli ultimi metri é molto appoggiato, quasi uno scivolo, cosi da poter essere disceso in libera.

Scende anche Massimo: mentre dal fondo giunge la voce di Patrizio che parla di ambiente bellissimo, concrezionato; pare sia la stessa frattura che prosegue verticalmente, poi la grotta prosegue con una galleria.

Ma….a qualcuno viene in mente di guardare l'orologio: ca…pperi! sono le 18,30.

''Ma io ho fissato di andare a cena con gli amici''; si sente urlare, ''io devo accompagnare la moglie alla festa del paese''; ''e io non devo raggiungere la moglie al mare?'' e pensare che mi aspettano per cena!

Si decide di uscire.

Alle macchine, mentre ci cambiamo i vestiti si forma un capannello di ''locali'' curiosi delle nostre tute, delle lampade, ma soprattutto di conoscere il ''dentro'' della loro collina, curiosi di conoscere la verità sulla ''loro'' grotta, di sapere delle bellezze che sono appena sotto i loro orti.

Purtroppo il tempo è poco. Ci congediamo dando appuntamento ad una delle prossime domeniche.

Non prima però di aver misurato la corda dal nodo con cui è stata appesa allo spit; aggiunti i metri dello scivolo calcolati in base alla propria altezza dai due che lo hanno oggi disceso si hanno 32 metri: un bel pozzo.



P.S. Il pozzo risulterà essere di 36 metri.



*Da ''Il libro Aperto'' N° 4 Notiziario Cai Pistoia 1997





Rilevo 1
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Coordinate convertite per gps
Lat:43.86418949N Lon:10.39732875E Datum:WGS84
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