Nome Buca del vasaio di Motrone Data inserimento 2007-01-01 00:00:00 Data ultimo aggiornamento 2005-05-04 19:29:26
Tipo di cavità grotta Stato Italy Provincia 230 Comune Borgo a Mozzano Località Merizacchio Motrone Numero catastale 361 / T / LU Sviluppo totale 600 Dislivello -21 + 90 m Gruppi GSB - USB Longitudine 1°58'58'' W di M.Mario Latitudine 44°00'21'' Quota 580 m slm Cartografia 97 III SO
Itinerario di accesso La grotta del Vasaio è una cavità naturale conosciuta fin da tempi remoti, facile da visitare e forse proprio per questo, oggetto di numerosi atti vandalici che l'anno privata delle sue piu ricche concrezioni.
Il punto di partenza è Motrone,un bel paese medioevale arroccato su una alta rupe affacciata sulla valle del torrenteTurrite cava, da dove si può ammirare la parte meridionale della garfagnana, dal paese parte il sentiero, che conduce attraverso un bosco di castagni, all'ingresso della grotta, che si apre ad una altezza di circa sei metri in una strapiombante parete calcarea.
Rilevata dal GSB nel 1966, si sviluppa su due rami quasi orizzontali, con tre pozzi di modeste dimensioni.
Descrizione ......IL RAMO DELLE PERLE......si prosegue fino alla seconda stretta fessura. Con decisione comincio a scalpellare la grossa concrezione che ostruisce il passaggio, ma non ottengo risultati. Riprovo con successo a sfondare il pavimento e, aiutato dagli altri, dopo circa due ore di lavoro sotto un incessante stillicidio, riesco ad entrare in un condotto con le pareti quadrate, che, percorsi dieci metri, si stringono di nuovo, ma che sono ancora sufficenti per passare. A questo punto una sorpresa: mi trovo alla base di un pozzo circolare, alto undici metri, completamente concrezionato da microcristalli di calcite marrone.
Conscio di essere il primo ad illuminare un luogo cosi bello e incontaminato, scatto alcune foto. Raggiunto dagli altri, decido - nonostante le loro proteste -, di risalire in libera ( le corde sono rimaste di là dal foro, e nessuno ha intenzione di attraversarlo due volte per andarle a prendere).
Riesco, dopo una delicata traversata a meta pozzo, a trovare la via per guadagnare la cima del salto. Qui un'altra imprevedibile proseguzione: una diaclasi, alta cinquantadue metri in direzione sud, che risalgo agevolmente in spaccata, grazie alle piccole cenge formate dai giunti di strato. Probabilmente è stata proprio la resistenza di queste selci a formare le due strettoie, dividendo la spaccatura in tre pozzi, e dandomi ogni volta la senzazione di chiudere, per aprirsi poi di nuovo piu grande di prima.
Sono ormai distante dagli amici rimasti in fondo al primo pozzo, e anche le ultime grida di richiamo si sono perse dentro quella grande faglia che si apre sotto di me. Vorrei che fossero li con me a gioire di quel momento anche Gionni e tutti coloro che ci hanno aiutati, per constatare che tutti i sacrifici fatti nelle ore a bagno nell'acqua fredda non sono stati vani come sembrava in un primo tempo.
Sono tentato di salire ancora, ma il buon senso ha il sopravvento e con cautela inizio i cinquanta metri di discesa, ripromettendomi di tornare la domenica successiva.
Raggiunti i compagni, ci precipitiamo fuori a telefonare la notizia a Gionni e agli altri.
Dopo tre giorni di attesa sono di nuovo lungo la diaclasi, e questa volta io e Giancarlo Zuffa snodiamo, come un lungo serpente, la corda che permetterà una risalita sicura a tutti gli altri compagni.
Superato di pochi metri il punto raggiunto precedentemente, si apre un'altro fantastico pozzo, concrezionato di bei cristalli trasparenti di calcite. Sul pavimento, una vaschetta di circa 4 metri per due, colma di pisoliti di grandi dimensioni. Una fra tutte spicca per sfericità e mole: undici centimetri di diametro.
Risaliti i sette metri di pozzo, di nuovo sotto abbondante stillicidio, giungo ad una serie di saltini ( 9 ) e altrettante vaschette di traboccamento, che divengono sempre piu piccole, fino a rendere impossibile la risalita.
Vista la quota raggiunta, presumo di essere a pochi metri dal sovrastante altopiano. E' cosi finito un bel sogno, realizzato con parecchia fatica e tanto impegno, pienamente ripagati dal risultato.
Piu di una volta abbiamo temuto di vederlo infranto, come un coccio di Vasaio, ma alla fine un pò di fortuna ci vuole, e U.S.B. e G.S.B. se la meritano.

( Carlo Berni, sottoterra N° 58, rivista del GSB aprile 1981)
Rilevo 1
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Coordinate convertite per gps
Lat:44.00669163N Lon:10.46927451E Datum:WGS84
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