Nome Scrigno del Borsa Data inserimento 2007-01-01 00:00:00 Data ultimo aggiornamento 2008-01-11 15:11:54
Tipo di cavità grotta Stato Italy Provincia 223 Comune Maissana Località Disconesi - Sorgenti Rio Borsa Area speleologica Monte Verruga Numero catastale 1263 Li Sviluppo totale 532 Dislivello 7 Longitudine 9°30'38",0 Est Latitudine 44°19°49",5 Nord Datum WGS84 Quota 630 m slm Cartografia CTR 232070 Maissana
Geologia La grotta si apre nell'area carsica SP 39 Monte Verruga.
La situazione geologica dell'alta val di Vara è piuttosto articolata per la presenza di terreni appartenenti a formazioni lito-stratigrafiche differenti, disarticolati e sovrapposti in maniera complessa dai fenomeni orogenici che li hanno appilati nell'attuale posizione.
Circa centotrentacinque milioni di anni fa la zona costituiva un bacino marino il cui fondale è rappresentato oggi dalle serpentiniti e, più in generale, dalle ofioliti (pietre verdi), rocce di origine vulcanica che risultano molto compatte e difficilmente erodibili; nei periodi successivi sono state ricoperte da sedimenti silicei, carbonatici (calcari) ed argillosi.
Nell'alta valle, in particolare lungo il crinale occidentale verso i Monti Porcile (Valle Lagorara e Disconesi, nel comune di Maissana) e Chiappozzo, dominano le rocce ofiolitiche, i calcari a calpionelle e i diaspri.

Idrologia

In questa cavità non sono state ancora condotte analisi approfondite sulla circolazione idrica pertanto, sulla base delle osservazioni dirette e dello studio del rilievo topografico, si possono avanzare unicamente delle ipotesi.
Il bacino di assorbimento è compreso nella zona tra il rio Bocco, il rio Borsa e la dorsale del passo del Bocco e potrebbe essere anche in relazione alle grotte della vicina zona Liciorno, poste a quota di 200 metri superiore a quella dello Scrigno del Borsa.
I tre rami attivi, presentando la stessa portata (praticamente costante in tutti i periodi dell'anno), costituiscono quasi sicuramente un unico collettore che, da solo, alimenta la bocca centrale delle sorgenti del Borsa, distanti una trentina di metri dall'ultimo sifone.
Inoltre è stata osservata una stretta corrispondenza tra l'attività della bocca destra delle sorgenti (in genere in secca) e la tracimazione del Sifonebus, segno della presenza di un ulteriore reticolo carsico sito ad un livello intermedio tra il ramo attivo e quello principale.
La provenienza di quest'ultime acque non è stata ancora accertata e le ipotesi sono due: o il Sifonebus è collegato direttamente al ramo attivo, comportandosi da ''troppo pieno'' (ipotesi più probabile), oppure presenta una fonte autonoma di approvvigionamento.
Oggetto di studi futuri correlati sarà anche la vicina grotta di Rio Borsa: un pozzetto di 8 metri terminante in una saletta completamente allagata, la cui circolazione idrica è invece sensibilmente soggetta alle precipitazioni esterne.
Sarà interessante stabilire le eventuali connessioni tra questi corsi d'acqua ipogei e le tre bocche delle sorgenti.
Itinerario di accesso Dal casello autostradale di Sestri Levante (GE) si procede per la strada che, passando per Casarza Ligure, conduce verso S. Pietro Vara e Varese Ligure.
Appena oltrepassato il traforo di Velva, che immette nella val di Vara, in corrispondenza dello svincolo si imbocca la strada per Tavarone e Maissana.
Raggiunto l'abitato di Maissana, si prosegue per la località di Disconesi (ove si parcheggia in area camper/picnic) e si procede a piedi in mezzo al caratteristico borgo, fino all'entrata della chiesa (poche decine di metri).
Quindi si scende la scalinata frontale che, diventando presto mulattiera e poi sentiero, si inoltra prima in mezzo ai campi e poi nel bosco, risalendo la valle del rio Borsa lungo la sponda sinistra.
Dopo aver percorso circa 600 metri si giunge alle sorgenti del Borsa, poste alla confluenza di due torrenti quasi sempre in secca; si risale il primo per una ventina di metri finchè alla propria sinistra (sponda destra), su di un piccolo terrapieno artificiale a pochi metri di altezza, si apre l'ingresso della cavità.
L'apertura è chiusa da un cancello, posto sia per la tutela dell'ambiente ipogeo che per il rischio di cedimenti strutturali presente in alcuni tratti di gallerie.
La cavità non può essere percorsa in periodo di forti piogge e, comunque, senza l'ausilio di speleologi esperti.
Descrizione L'ingresso della cavità si presenta con un cancello, alto circa 1,5 metri, inserito in un'opera muraria in pietra, posta a sostegno del terreno franoso sovrastante.
Uno scivolo basso, bagnato e fangoso immette, dopo pochi metri, nel sifone temporaneo iniziale (punto 1), che risulta invaso dall'acqua solamente in caso di forti temporali, quando nel rio antistante la grotta vi è scorrimento di acqua.
In questo tratto recentemente, nel corso del 2004, è stata osservata una nutrita colonia di geotritoni (7 esemplari adulti).
Da qui la galleria si presenta con un soffitto inclinato di 45° che segue la pendenza degli strati calcarei, il cui distacco ha permesso la formazione dell'ipogeo.
Giunti al punto 2 del rilievo, una galleria in discesa, sulla destra, conduce dopo pochi metri sulla parte attiva: un breve tratto compreso tra due sifoni.
Lungo la via principale si giunge invece ad una sala di discrete dimensioni, con timidi accenni di stalattiti e cosparsa di massi (punto 3), da cui si diparte, sulla destra, un cunicolo dal fondo di fango compatto che immette in un bivio, siamo nella zona più concrezionata di tutta la cavità: a sinistra si ritorna per una ventina di metri verso l'entrata, in sovrapposizione alla via iniziale, mentre a destra una galleria adorna di stalattiti e stalagmiti bianchissime, con un soffitto inclinato di 45°, immette dopo una severa strettoia in una piccola saletta (punto 4).
Da qui la prosecuzione è solo per i più magri: la scelta cade tra uno stretto budello in discesa con pozza sul fondo e bagno garantito e tra un doppio laminatoio al limite della percorribilità; per gli altri è possibile giungere al di là di questo tratto angusto, percorrendo un percorso ad anello dal ramo principale.
Ritornati al punto 3, un passaggio a sinistra tra i massi permette di superare la frana che occlude la sala; verso il fondo, in basso a sinistra c'è un sifone (Sifonebus) che, nei periodi di piena, sale di livello fino ad attraversare il cammino per poi immettersi nel cunicolo discendente di fronte.
Su questo lato della frana, un ulteriore passaggio porta su di un saltino di un paio di metri che immette nuovamente nel ramo attivo (sifoni a monte ed a valle).
La visita continua dalla sala con una breve galleria in salita, dove occorre arrampicare (attenzione allo stato generale di instabilità!), una saletta ed un basso cunicolo da percorrere a carponi che termina in un'altra sala tra grossi massi: il Crocevia (punto 5).
Alle proprie spalle un'ampia galleria conduce al di qua della terribile strettoia del punto 4.
Questa è una delle parti più belle della grotta: si possono ammirare frane ricoperte da splendide colate calcitiche, ossa di animale concrezionate sul fondo tra nidi di ''pisoliti'' e stalattiti color ruggine.
Alcuni stretti cunicoli laterali conducono ad una breve serie di gallerie superiori fangose, in parte ancora da esplorare e non presenti sul rilievo.
Dal punto 5 la galleria principale continua sulla sinistra per una trentina di metri, risalendo e scendendo tra accumuli detritici, fino al termine della cavità: questo è un tratto caratterizzato da una roccia decisamente friabile e soggetto a piccoli crolli.
Sulla parete destra del Crocevia, ad un paio di metri di altezza e sopra un laghetto temporaneo, una finestrella raggiungibile tramite una cengia dà accesso ai rami verso il fiume.
Si tratta di una brutta e scomoda galleria lunga una sessantina di metri, percorribile quasi totalmente a carponi fino ad un bivio (punto 6).
A sinistra si avanza in salita per circa quindici metri, fino ad un bel P 5 circolare e chiuso sul fondo, che si può evitare strisciando prima in piano e poi in discesa fino ad un altro saltino, ove occorre utilizzare uno spezzone di corda (meglio se di scaletta) per scendere in una saletta assai fangosa (punto 7); qui la prosecuzione sembrerebbe essere un ripido e fangosissimo cunicolo ascendente per ora inesplorato e non rilevato.
Ripartendo dal punto 6, dopo circa venticinque metri, ci si affaccia su un P 7, in parte evitabile percorrendo un basso passaggio a chiocciola, da scendere in arrampicata con l'ausilio di una corda di sicura (attenzione alla roccia friabile!).
Altro breve tratto in discesa con depositi notevoli di fango al cui termine, sulla sinistra, una severa strettoia, generalmente occlusa da tali depositi, immette sul ramo attivo.
Quest'ultima parte della cavità è percorribile per una quarantina di metri: a monte l'altezza del soffitto diminuisce inesorabilmente da oltre tre metri fino a poche decine di centimetri, in parte occupate dell'acqua corrente, mentre a valle l'alveo si riduce ad una strettoia verticale impossibile da percorrere.
Rilevo 1
Rilievo 2
Rilievo 3
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Coordinate convertite per gps
Lat:44.33027778N Lon:9.51055556E Datum:WGS84
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