Name RELAZIONE SULL'ESPLORAZIONE DELLA GROTTA DAVOR Description GROTTA DAVORJEVO BREZNO

Nel corso dell'anno 2009-10 la Commissione Grotte E.Boegan in collaborazione con il Jamarsko Drustvo Herpelje Kozina, ha scoperto ed esplorato una nuova e interessante cavità che ha già raggiunto la profondità di 192 mt slm. Le esplorazioni sono tuttora in corso in una zona ricca di acque che allagano un sifone al momento non ancora esplorato. Le ultime risalite hanno permesso di entrare in un sistema di gallerie superiori con grandi speranze di importanti prosecuzioni

RELAZIONE SULL'ESPLORAZIONE DELLA GROTTA DAVOR
Da Kozina (Hrpelje) si prende la strada per Rodik costeggiando la linea ferroviaria per circa 1 chilometro e si prosegue fino ad una curva a sinistra; dopo ulteriori cento metri si possono posteggiare le macchine in un piccolo spiazzo vicino al sedime ferroviario.

Avanzando per una traccia che costeggia la linea ferroviaria si ritorna verso Rodik e dopo duecento metri circa, sulla destra, su di un leggero declivio si apre l'ingresso della cavità, oggi chiuso da una grata con chiavistello le cui chiavi sono in possesso del Jamarsko Drustvo Herpelje Kozina.

Il pozzo d'accesso di m 20 si apre in un deposito di terra e massi per i primi otto metri; il passaggio è stato stabilizzato da una gabbia in tubi di ferro, utilizzati per affacciarsi sul sottostante allargamento dello stesso pozzo da dove prosegue l'armo.

Scesa la verticale fangosa e lievemente instabile si arriva su di un terrazzino dal quale si scende al fondo anche arrampicando.

Proseguendo a sinistra una piccola caverna si abbassa e apre sul fondo, scendere nuovamente in corda per alcuni metri. Giunti in una piccola stanzetta con alcune concrezioni, si trova una frattura discendente che nella parte terminale è stata allargata artificialmente per consentire un agevole passaggio. Qui il percorso, in frattura, è attrezzato con un passamano che termina in un pozzetto; il passaggio non è comunque agevole.

Sceso in libera il pozzetto di m 4,5 si arriva in una saletta caratterizzata da forte stillicidio e con vasca piena d'acqua; in periodi piovosi la grotta da questo punto diventa molto attiva. Avanzando a destra si imbocca un stretta apertura che conduce su di un altro piccolo pozzo (P. 5) con le pareti molto fangose e da qui si prosegue per un piccolo e tortuoso meandrino abbastanza comodamente transitabile e sul cui fondo scorrono le acque di stillicidio e di regime formando piccoli e stretti approfondimenti nel pavimento.

Alla fine del meandrino dopo si apre il primo ampio pozzo della grotta (P. 35); l'armo prevede alcuni frazionamenti ed un deviatore sotto al primo attacco; il pozzo si apre presso una colata calcitica con pareti pulite sane con alcune belle formazioni; sulla parete sono sistemati gli attacchi della corda. La discesa del pozzo si interrompe 15 metri prima del fondo, ci si sposta e si transita su di una comoda cengia che contorna il pozzo.

Da qui si procede verso sinistra imboccando una breve risalita, per facili appigli (corda di sicurezza), si percorre una frattura che porta sopra la successiva verticale (P. 60); fare attenzione all'imbocco: ampi sprofondamenti meandriformi in erosione si affacciano sul vuoto sottostante, con rischio di caduta materiali nel pozzo che possono colpire gli speleo impegnati nella discesa. Dall'ampia sala che sovrastata questo pozzo, e dopo un breve tratto di galleria di discrete dimensioni, si possono risalire alcuni ''camini'' sulla sinistra; ci si arrampica immettendosi in un piccolo ramo laterale che termina dopo una ventina di metri; il ramo presenta il fondo calcitico interessato da un velo d'acqua.

Tornati alla sala precedente, seguendo la grande frattura del pozzo da sessanta, curva da meandro stretta a destra e si sbuca nel vuoto: dopo un breve traverso e attacchi vari si affronta la discesa diretta, in corda, con quattro frazionamenti fino ad un ampio terrazzo. Nella parte iniziale, le pareti sono caratterizzate da grosse lame di roccia prodotte dall'erosione dell'acqua, bisogna dunque prestare attenzione alla caduta materiali. Subito sotto le pareti si fanno solide e abbastanza e pulite.

Raggiunta la cengia/terrazzo ci si sposta sempre verso sinistra dove il pozzo continua con un ulteriore salto di 20 metri, da affrontare ancora in corda con due frazionamenti.

Giunti alla base, ove â€Ëœ è un intenso stillicidio, si affronta un meandro fangoso che si apre sulla destra. Siamo giunti a quota – 170,5 m dall'ingresso. Percorso il breve meandro che in più parti sprofonda per una decina di metri aprendosi in ampi vani sottostanti con laghetti, si giunge dopo 30 m circa di progressione in facili spaccate con buoni appoggi, nella caverna/galleria principale, dove in tempi piovosi scorre un ruscello, che altrimenti risulta secco.

Trattasi di ampia galleria sub orizzontale che arriva ''da monte'' dalla direzione SUD e prosegue ''a valle'' in direzione NORD raccogliendo tutte le acque di percolazione e scorrimento che giungono nella caverna-galleria e che a volte sono molto intense, tali da formare un vero torentello con vasche d'acqua.

Nel ramo a monte, a tratti inclinato ed a tratti orizzontale con piccoli salti di modesta entità, si giunge in prossimità di una frana che si supera insinuandosi tra i massi di crollo per arrivare poco dopo, attraverso una piccola finestra, nel seguito della galleria. Tutta la zona è ricca d'acqua e laghetti di stillicidio, questo tratto si può definire fossile, in quanto non interessato da scorrimenti idrici. Al di sopra della frana una frattura trasversale interseca la galleria continuando verso sinistra in una graziosa galleria ascendente completamente rivestita di calcite bianca e ricche e meravigliose concrezioni per poi chiudersi in un riempimento calcitico senza alcun alito d'aria. Verso sinistra la frattura invece sale tra rocce in erosione per 20-30 m circa, prendendo quota per una quindicina di metri e finire poi in un piccolo vano dove una liscia colata di concrezione restringe il passaggio, che rimane comunque transitabile. La frattura sprofonda per una decina di metri ancora da esplorare ma dal rilievo già posto in pianta appare probabile che si congiunga con la sottostante galleria principale.

Tornati nella galleria, questa a destra si dirama in un piccolo passaggio, che sfocia dopo alcune graziose salette piene d'acqua sopra il punto di partenza che si può raggiungere anche attraverso una strettoia soprastante. Sopra di noi alcuni camini si aprono verso l'alto mentre un poderoso riempimento occlude ulteriori prosecuzioni della galleria.

Tornati al meandro di arrivo, al suo innesto nella galleria principale, scendiamo tra grossi massi in un ambiente piuttosto vasto, e tenendoci a sinistra troviamo un piccolo salto, ora armato ma che si può scendere anche in arrampicata. Sempre dallo stesso lato si aprono alcune sale impreziosite da concrezionamento.

Sceso quest'ultimo salto di circa 6-7 metri si perviene al fondo della galleria, che girando verso destra si abbassa fino ad una strettoia con il fondo allagato: qui vengono drenate tutte le acque di questo ramo del complesso sotterraneo. La strettoia, che è stata allargata con lungo lavoro di disostruzione, obbliga comunque al contatto con l'acqua per alcuni metri; dopo una decina di metri percorsi sempre in ambiente un po' umido si giunge davanti ad una caratteristica stalagmite bianchissima e inclinata come la torre di Pisa. Con il dreno a regime in questo punto l'acqua scorre lentamente in un letto fangoso sub-orizzontale per poi scomparire tra i massi. Si continua così la discesa percorrendo il fondo di una galleria di cospicue dimensioni: dopo un paio di saliscendi si imbocca una condotta dal fondo ingombro di massi seguito da una breve discesa fino all'innesto del ramo attivo (ometto di pietra). In questo punto della cavità,sempre di discrete dimensioni, si interseca una vera forra-meandro. Nella parte a monte, dopo aver saltato alcuni massi di crollo si entra in uno splendido meandro in salita, scavato nei calcari scuri. Superati alcuni brevi toboga si giunge sotto un camino dove (in regime di piena ) scende con fragore tutta l'acqua che alimenta il ruscello sotterraneo. Si attende di risalire questo camino che si trova dopo circa 153 metri di meandro in direzione SE.

A valle invece in direzione NW si percorre per circa 232 metri un bellissimo meandro/forra la cui condotta sommitale rimane mediamente ad una decina di metri dal fondo. Questo tratto è veramente magnifico, si superano varie marmitte e vasche colme d'acqua; con il ruscello a regime l'ambiente è splendido, verso la parte più lontana si scende un breve salto in corda (P. 10) non prima di aver superato una strettoia tra le concrezioni che funge da ''by-pass'', quindi dal fondo piatto del salto si supera un laminatoio semi allagato e si procede in meandro. Anche questa parte è tuttora in esplorazione, in attesa di superare un lago con restringimento semi-sifonante. Lungo questo percorso si sono notati diversi camini e arrivi di rami secondari. Il sedime notato è composto da sabbia e ciottoli misti di calcare e di arenaria; sono stati prelevati alcuni campioni della sabbia al fine di una loro analisi granulometrica.

CARTA 1:25.000 SLO – Lat. 45° 38' 15,5'' N – Lon. 13° 58' 17,9 E – Quota ingresso mt 511
prof. m 192; lungh. m 848; pozzo acc. m 23,00, int. m 4,60, 4,40, 4,50, 14,20+19,00 (32,20), 45,00

Stato: SLOVENIA (Kozina)

Paolo Toffanin e Louis Torelli

LINK RELAZIONE ORIGINALE : http://www.boegan.it/index.php?id=802

MAURO PLUCIA SIRONICH
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