Nom Buco Bucone Insertion date 2007-01-01 00:00:00 Date updated 2005-05-11 07:51:16
Type de cavité grotta Pays Italy Province 247 Village Gualdo Tadino Numéro de registre 643 U PG Longueur totale 385 Gradient -216 Longitude 0°21'32" Est di M.Mario Latitude 43°14'19,8" Nord Elevation 1270 m slm Cartographie IGM 123 I SO
Voie d'accés Da Gualdo Tadino si raggiunge Valsorda, da dove si prosegue, sempre in auto, per il Monte Serrasanta. Quasi sotto l'eremo, si arriva nel vasto piazzale Santo Stefano, da dove in circa cinque minuti, camminando in direzione sud per le spoglie pendici del monte, senza salire nè scendere di quota, si raggiunge l'evidente cumulo di detriti che segnala l'imbocco, protetto da grate in ferro. Description * Sul fondo del franoso pozzo iniziale (P. 11) una breve strettoia immette nel Pozzo Mara (P. 22), alla base del quale, tra massi di frana ingabbiati da cavi d'acciaio, è stato reso praticabile un cunicolo (la Truppella) che conduce al Pozzo Po (P. 26): in questo è degno di nota uno specchio di faglia, dove è piazzato un corto deviatore. La stessa faglia è visibile sulla parete a sinistra e poi alle spalle di chi scende. Sul fondo, oltre un arco di roccia, il Pozzo Cecapolli (P. 10): una parete concrezionata, risalita ma priva di prosecuzioni, un'alta diaclasi senza altre vie degne di nota, alla base del pozzo invece la solita ostruzione di pietre e massi, sotto i quali si vuole che il pozzo prosegua, a prezzo di difficili scavi. Una stretta via prosegue invece in basso sulla destra, liberata dai pietroni che la ostruivano: si scende il Pozzo Speranza (P. 16) fino ad un ampio terrazzo che si affaccia su altri pozzi. Il primo è il Cometa Rossa (P. 30), a fondo cieco, pericoloso perché non offre ripari in eventualità di frane, poi due imbocchi del Pozzo San Niccolò. La via principale prosegue con un salto da m 6, cui segue un restringimento prima del P. 29. Un terzo pozzetto (P. 8) stretto e franoso si apre in coda a questa lunga diaclasi, ma chiude. Giunti alla base del San Niccolò finalmente si cammina, scendendo tra i detriti, per una diaclasi che porta fino al Pozzo Tagina (P. 7+19). Sopra al primo salto si sale un camino, il Pozzo Narciso, risalito per m 34 fino ad un definitivo restringimento: la verticale Narciso - Tagina, complessivamente m 63, è una delle parti più belle della grotta. Al Tagina segue il faticoso tratto dei Mazzaburelli, una serie continua di strettoie e brevi salti, spesso a buca da lettere, fino al pozzo terminale (P. 3+5+9), dove improbi scavi hanno dato accesso ai cunicoli di Brenco, strettoie e fango fino ad un condottino orizzontale, a volte semiallagato, dove gli scavi sono stati interrotti.


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ATTACCO
L'abisso è dotato di attacchi fissi (longlife e spit con placchette artigianali) in ogni pozzo ed inoltre la profusione di chiodi spit consente armi in tutta sicurezza e con soluzioni diverse. Sono necessari almeno 30 moschettoni; riguardo alle corde, visto che il susseguirsi dei pozzi spesso permette un loro collegamento, si indica una delle tante soluzioni possibili. Nei Mazzaburelli i salti I, II, III sono solitamente dotati di corde fisse e sono comunque arrampicabili. Il Pozzo Narciso è attrezzato con cordelette.
D'autres, note TOPONIMIA :

* Bucone è il soprannome di una famiglia gualdese un tempo dimorante in località S.Marzio. Da questa discende Augusto, che ha segnalato al GSGT il Buco. Truppella: trappola in dialetto gualdese, abilmente costruita nei mesi invernali per la cattura di piccoli uccelli. San Niccolò: tradizionalmente la sera del 5 dicembre percorre le vie di Gualdo Tadino con i paramenti da vescovo e la lunga barba, accompagnato da due servitori, passa di casa in casa e porta doni ai bambini. Tagina: "Totila... giunto sui monti detti Appennini, vi si accampò, restando vicino ad un villaggio che gl'indigeni chiamano Tagina" (da Procopio di Cesarea, "La guerra gotica"). Questo villaggio probabilmente è il misero erede del Municipium dei Tadinates. Tagina era anche il nome di una pubblicazione mensile, in ciclostile, cui dettero vita i giovani gualdesi dal 1970 al 1972. Mazzaburelli: sono gli spiriti burloni della tradizione locale, come Brenco è l'incubo che sveglia di notte, inquietante presenza in sogni agitati. Narciso: è un elegante fiore diffuso nei pascoli montani del monte Serrasanta; Narciso, punito da Artemide per la sua indifferenza verso la ninfa Eco, s'innamora della propria immagine riflessa nell'acqua. Narciso, un pozzo che sale verso niente, bello e inutile, specchia la sua immagine splendida nel Tagina e nel Tagina scompare.

STORIA :

* Segnalato il 4 giugno 1977 dal sig. Augusto Bossi al GSGT, il modesto buco iniziale era sottoposto a scavi per ben 11 metri di profondità ed il 30.08.1982 (Vittorio Carini, Mara Loreti) si aprì un passaggio verso il pozzo sottostante, tappato ancora da una frana a m -40. Nel corso del 1982 il GSGT superava anche questo ostacolo, scendeva i pozzi Po e Cecapolli, oltrepassava sul fondo di questo un'altra frana ed il 05.12.82 esplorava fino quasi in fondo il pozzo San Niccolò. Riprese le esplorazioni nell'aprile successivo, il GSGT giungeva in fondo all'abisso, a m -207, il 19.06.1983 (Giancarlo Matarazzi, Celestino Petrelli, Giuseppe Venarucci). Nello stesso anno iniziavano strenui scavi sul fondo, alla ricerca di prosecuzioni. Nel 1984 il GSGT risaliva in luglio il pozzo Narciso e penetrava nei cunicoli di Brenco in novembre, a m -216, profondità che scavi successivi non riusciranno a superare.

Tratto dal sito http://www.gsgt.speleo.it
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Coordinate convertite per gps
Lat:43.23969329N Lon:12.81103745E Datum:WGS84
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