Nome Tana da Dragunea Data inserimento 2007-01-01 00:00:00 Data ultimo aggiornamento 2009-03-15 21:06:03
Tipo di cavità grotta Stato Italy Provincia 218 Comune Genova Località Forte Begato - Monte Righi Area speleologica Monte Antola Numero catastale 6 Li Sviluppo totale 200 Dislivello 6 Gruppi Gruppo Speleologico Ligure A. Issel (1950) - Associazione Speleologica Genovese San Giorgio (2002) Longitudine 08°55'23",3 Est Latitudine 44°26'08",1 Nord Datum WGS84 Quota 313 m slm Cartografia CTR 213160 Genova
Geologia La cavità si apre interamente nella formazione dei Flyschs dell'Antola, roccia dall'aspetto particolarmente compatto che, essendo di natura calcarea, è facilmente alterabile dagli agenti atmosferici.
La disposizione dell'ammasso roccioso, misurabile in più punti ove la roccia nuda affiora, è riconducibile al valore di 35° 40° NE.
Lo sviluppo della grotta è prevalentemente orizzontale e s'imposta con un andamento pseudo-parallelo all'orientamento del versante stesso (sud-ovest/nord-est), fatta eccezione per due brusche deviazioni (verso nord-ovest), ortogonali al percorso principale.
In grotta non si osserva la presenza di concrezionamenti significativi; a metà tragitto è presente un sifone, alimentato in continuo da un piccolo corso d'acqua ipogeo, difficilmente superabile senza una preventiva lunga opera di svuotamento mediante pompa e gruppo elettrogeno.
Il tracciato si sviluppa al passaggio fra bancate calcaree, intensamente carsificate ed interessato da una fitta maglia di famiglie di diaclasi che hanno indebolito la struttura originariamente compatta.
Approfondimenti ulteriori risulterebbero necessari per l'individuazione della fonte di approvvigionamento idrico che alimenta le acque del sifone, sempre al colmo in ogni stagione e pertanto indicative di un probabile serbatoio carsico molto esteso.
Itinerario di accesso Si raggiunge in auto il parco del Peralto di Genova (monte Righi) e si parcheggia nei pressi del locale ''La Polveriera''.
Partendo dal cancello di ingresso di quest'ultimo si scende per circa mt. 30 la stradina asfaltata e si imbocca l'evidente sentiero sulla destra.
Lo si percorre per circa mt. 200, finchè non inizia a salire e ad allargarsi, quindi si prende la diramazione a destra ed in ripida salita.
La biforcazione è segnata su di una roccia a terra poco visibile (freccia nera con nome della cavità).
Si sale per una distanza complessiva di circa mt. 130 (in linea d'aria) ed un dislivello di mt. 50, seguendo la debole traccia di sentiero da noi in parte rinfrescata.
Poco prima di attraversare una grossa lastra di roccia, si scende a precipizio (a sinistra) nel letto di un corso d'acqua, spesso secco, e ci ritrova dinnanzi al discreto ingresso della grotta.
Descrizione Descrizione:
La cavità è facilmente percorribile senza attrezzatura alcuna fino a quello che è stato per anni il sifone terminale.
Da qui in periodi di siccità è possibile oltrepassare il sifone, strisciando per una ventina di metri in una galleria quasi comletamente allagata che lascia spazio appena sufficiente per poter respirare.
In alto a sinistra dietro i depositi di fango defluisce l' acqua che percorre perennemente la grotta e causa il sifonamento di questo tratto. Durante la stagione invernale l' acqua in eccesso percorre invece il tratto iniziale della Dragunea uscendo dall' ingresso principale.
Il sifone condice una salettina molto fangosa per poi proseguire ancora fino ad un punto dove la grotta cambia completamente aspetto.
La galleria si fa ora più ampia, concrezionata e priva di fango.
La grotta curva ora a sinistra per immettersi in un tratto caratterizzato da profonde vaschette.
Dopo pochi metri, una nuova curva a destra costringe ad immergersi fino alla vita in una vaschetta concrezionale che porta ad una galleria piuttosto alta larga circa un metro ancora percorsa dall' acqua.
Qui occorre risalire in contrapposizione per poi proseguire orizzontalmente fino ad arrivare grazie ad un passaggio quasi verticale ad a due passaggi sovrapposti dove si erano interrotte le esplorazioni fino al 2006.
Il passaggio inferiore è un po' più agevole ma conduce ad una profonda vascetta concrezionale che costringe ad un bagno quasi completo.
Oltre la galleria si allarga e prosegue rettilinea fino al lago che si trova in corrispondenza di una sala quasi circolare alta circa 7 metri.
Per ora questa sala rapresenta il punto più ampio della Grotta.Risalendo sul soffitto si intravede alla sommità tra le colate stallattitiche una possibile prosecuzione portroppo per ora impraticabile. Oltre la sala sulla destra la galleria continua allagata fino astringere in un passaggio alto e stretto percorso dall'acqua .

Storia La tana della Dragunea (Li 6 GE) si apre sulle alture di Genova, in località Forte Begato, ad una quota di circa mt. 350.
Si tratta di una delle cavità storiche della speleologia genovese e, naturalmente, è stata citata in tutte le pubblicazioni riguardanti le grotte liguri.
Il Bensa, nel suo ''Le grotte dell'Appennino Ligure'' del 1900, fornisce i dati della sua ubicazione ed accenna ad uno sviluppo di mt. 50.
Brian, in ''Le grotte in vicinanza di Genova'' del 1930, ne descrive dettagliatamente la parte iniziale (mt. 80) senza però accennare al sifone terminale.
Nel 1950 è già operativo il Catasto Speleologico Ligure e Nino Sanfilippo, in ''Le grotte della provincia di Genova e la loro fauna'', ne fornisce un'ampia descrizione fino al sifone terminale, per uno sviluppo complessivo di circa mt. 100.
Nella stessa pubblicazione l'autore riporta il rilievo in pianta e sezione della grotta.

CRONACA ESPLORATIVA
In occasione della nostra prima visita arrivammo in breve fino al fondo conosciuto della grotta ed esaminammo il sifone: esso si presentava come una lunga condotta di roccia larga cm. 70-80 ed alta cm. 50-60 (punto 4).
Quel giorno il livello dell'acqua arrivava a circa tre quarti dell'altezza della condotta e quindi, strisciando, ne percorremmo qualche metro fino ad arrivare ad uno slargo (punto 5) dove era possibile rialzarsi in piedi; in questo punto notammo delle scritte nel fango, segno che qualcuno era già arrivato fino lì; oltre, la piccola galleria proseguiva ma lo spazio d'aria era ridotto a pochi centimetri e, senza bombole, non si potè andare oltre.
Immergendosi però a pelo d'acqua, si intravvedeva la prosecuzione allagata per parecchi metri............
Il mercoledi successivo, in sede, si decise di tentare lo svuotamento del sifone che, in apparenza, sembrava fossile.
Memori di passate esperienze con tubi e valvole in terra toscana (Cobardine/Fate) decidemmo di usare lo stesso sistema alla Dragunea.
Purtroppo la lunghezza eccessiva del tratto orizzontale della grotta, rispetto al tratto verticale esterno di caduta del tubo, non consentivano l'aspirazione dell'acqua per depressione e pertanto, nonostante il grande dispendio di energie, effettuammo un paio di uscite senza ottenere grandi risultati.
All'ultimo, tra lo sconforto generale, Enrico decise comunque di fare un tentativo e si infilò nella condotta semiallagata; non riuscì a passare ma, siccome il livello era un po' calato, avanzò di qualche metro, tanto da assicurarsi che, superato il punto critico, la volta della galleria si rialzava e sembrava transitabile.
La notizia era positiva ma, per quell'anno, la nostra attività alla Dragunea finiva lì, infatti il consueto campo estivo al Marguareis prima e le piogge abbondanti dopo ci impedirono di tentare ancora (il tubo venne però lasciato steso lungo la grotta).
Anche durante il 2001, nonostante le pressioni di Enrico, la Dragunea venne trascurata, soltanto a settembre si effettuò una breve visita per controllare la sistemazione dei tubi.
Nella primavera del 2002 fu necessario però decidere: o si abbandonava l'impresa e si recuperavano i materiali o si ritentava sul serio, portando in grotta: elettropompa, cavi elettrici, gruppo elettrogeno e quant'altro servisse.
Naturalmente tre giorni dopo eravamo tutti, stracarichi di materiali, davanti all'ingresso.
Immergemmo la pompa nel sifone, stendemmo la linea elettrica, avviammo il generatore e questa volta l'acqua fluì rapida all'esterno; la condotta allagata era molto lunga e occorsero parecchie ore di pompaggio ma, alla sera, il solito Enrico ne raggiunse la fine ed illuminò, dall'altra parte, una saletta (punto 6) ed una bella condotta che ripartiva verso il monte all'apparenza perfettamente transitabile anche se parzialmente allagata.
Grandi festeggiamenti e si cominciò a fantasticare ......
C'era ancora un problema: il sifone, contrariamente a quanto si pensasse, è sempre costantemente alimentato da un esiguo (in condizioni di magra) arrivo d'acqua e quindi, nel punto più basso, tende a riempirsi completamente in poco tempo.
In caso di pioggia, ovviamente, la situazione peggiora e l'arrivo si trasforma in un ruscello copioso che fa tracimare il sifone e fuoriesce dall'ingresso della grotta.
Per l'attacco finale dovemmo aspettare ancora un po' a causa del maltempo ma, alla fine, il gran giorno arrivò.
Era un giorno feriale e i partecipanti alla punta arrivarono alla spicciolata, secondo i propri impegni di lavoro.
Il generatore venne comunque avviato fin dal mattino e nel tardo pomeriggio nella condotta non c'era più acqua ma ''soltanto'' un vischioso tappeto di fango, dove si affondava che era una meraviglia.
Alle 18.00 circa, trasformati in statue di fango, irriconoscibili l'uno dall'altro, ci ritrovammo tutti nella saletta dall'altra parte del sifone (punto 6).
Non c'era però tempo per le indecisioni: l'arrivo di acqua era infatti abbastanza copioso e la pompa aveva problemi di funzionamento per via del fango eccessivo che tendeva ripetutamente ad intasarla.
Decidemmo quindi che solo due avrebbero proseguito l'esplorazione, mentre gli altri avrebbero cercato di mantenere in funzione la pompa e di tenere aperto il passaggio del ritorno.
Maurizio Jesu ed Enrico iniziarono quindi a procedere carponi affondati in cm. 50 di acqua melmosa per una ventina di metri fino al punto 7 del rilievo e qui ebbero la visione.
La grotta proseguiva per un tratto di circa mt. 15 perfettamente transitabile in piedi, con una larghezza di mt. 1-2 e con la totale assenza di fango.
Sul fondo si alternavano splendide vasche dall'acqua cristallina e le piccole e numerose stalattiti erano bianchissime.
Al punto 8 una bella colata concrezionale, che affondava in una vasca profonda circa mt. 1,50 e lunga un paio di metri e che riduceva il passaggio asciutto ad una ventina di centimetri, obbligò gli esploratori ad immergersi fino al collo nell'acqua gelida.
Oltre, la volta si rialzava fino a circa mt. 5 di altezza e, superato un bypass aereo, la grotta terminava bruscamente il suo andamento orizzontale con uno stretto e levigato scivolo ascendente (quasi verticale) percorso dall'acqua e superabile con tecniche di arrampicata.
Proseguendo, Enrico e Maurizio percorsero ancora pochi metri immersi fino alla vita, arrestandosi ad una strettoia al limite della percorribilità che pose temporaneamente fine alla loro esplorazione.
Più oltre la galleria continuava ampia e sempre allagata..............
Ricongiuntisi con gli altri compagni che erano a bada della pompa ebbero la ''gradita'' sorpresa di trovare la stessa irrimediabilmente bloccata ed il livello del sifone pericolosamente alto.
Uscita in tutta fretta e grandi brindisi in birreria.
Alla Dragunea ci si ritornò successivamente per effettuarne il rilievo completo (sempre con gli stessi inconvenienti alla pompa) e per portare via tutta l'attrezzatura, in attesa di predisporre un sistema di pompaggio più affidabile per poter riprendere l'esplorazione.

CONCLUSIONI
Contrariamente a quanto risaputo, il sifone della Dragunea è sempre attivo: nei periodi di magra l'acqua in arrivo viene ''scaricata'' da una perdita laterale mentre, in caso di piogge, tracima nella galleria principale fino all'ingresso.
Pertanto, una volta misurata la portata idrica nei diversi regimi, potrebbe essere interessante valutarne le sue eventuali possibilità di approvvigionamento idrico di riserva per la sottostante città di Genova.
Dal punto di vista esplorativo le aspettative sono interessanti (sempre in considerazione del tipo di roccia): una volta reso sicuro il controllo del livello del sifone, sarà uno scherzetto per gli ''strettoisti'' del gruppo passare la strettoia al punto 9 e proseguire per gallerie e vasche incontaminate.

L'A.S.G., nonostante la vicinanza, non si era mai interessata a questa cavità finchè, nel maggio 2000, non ci venne la voglia di dare un'occhiata al sifone terminale per verificarne le eventuali possibilità di superamento.
Per ritrovare la Dragunea ci affidammo all'itinerario descritto nel libro di Sanfilippo; in cinquant'anni però i dintorni di Genova sono un po' cambiati e quindi impiegammo un bel po' di tempo prima di ritrovarci, finalmente, davanti al suo ingresso.
La grotta si presenta con uno sviluppo prevalentemente orizzontale di mt. 100 ed è costituita da una galleria alta in media mt. 3-4 e larga mt. 1-1,5, intervallata in alcuni punti da bruschi abbassamenti del soffitto (punto 3 del rilievo) e brevi slarghi; è percorsa per tutta la lunghezza da un ruscello non perenne, che si attiva in caso di pioggia (tracimazione del sifone).
Rilevo 1
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Coordinate convertite per gps
Lat:44.43555556N Lon:8.92305556E Datum:WGS84
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