Nome Buso Della Rana Data inserimento 2007-01-01 00:00:00 Data ultimo aggiornamento 2004-12-17 15:42:59
Tipo di cavità grotta Stato Italy Provincia 287 Comune Monte di Malo Località Contrada Maddalena Numero catastale N. 40 V-VI Sviluppo totale 26266 Dislivello +274m Longitudine 1° 05' 25" W di monte Mario Latitudine 45° 39' 59'' Quota 340 m slm Cartografia Tav. IGM: 49 I NE Malo
Geologia A cura di Sandro Sedran, webmaster sito http://www.busodellarana.it

Il Buso della Rana, con gli oltre 26 km di sviluppo, è una delle maggiori grotte d'Italia nonostante abbia un solo ingresso. Gli speleologi dei gruppi vicentini stanno facendo di tutto per abbattere questa sua caratteristica; gli studi idrogeologici ed il notevole circolo d'aria all'interno della cavità fa presupporre con certezza l'esistenza di ingressi superiori che, al momento, non sono ancora stati individuati.
La grotta si è formata entro il tavolato carbonatico delle Calcareniti di Castelgomberto ed in parte nella Formazione di Priabona, ma la caratteristica che la rende unica è la presenza di un substrato basaltico impermeabile che ha determinato uno sviluppo prevalentemente orizzontale delle gallerie attive e di quelle fossili, ormai abbandonate dall'acqua. Nelle parti più interne, le condotte intercettano una serie di camini verticali che fungono da trasferimento delle acque meteoriche assorbite dal sovrastante altopiano del Faedo-Casaròn.
In caso di abbondanti precipitazioni, la grotta viene rapidamente allagata nei rami attivi con tempi che si aggirano sulle cinque ore dall'inizio della pioggia. Il sifone posto a circa 200 metri dall'ingresso viene chiuso e, non riuscendo a smaltire le acque in arrivo, viene a crearsi un lago, alto anche 3-4 metri oltre il livello normale, che si estende per centinaia di metri fino all'altezza del Labirinto e per tutto il Ramo delle Marmitte. Per gli sventurati (o incauti) che dovessero restare bloccati dalla piena, non resta che posizionarsi nei rami fossili ed attendere che l'acqua scenda di livello per riguadagnare la via dell'uscita.
Molte delle acque che circolano all'interno del Buso della Rana vengono assorbite da condotte attive impraticabili e vanno ad alimentare numerose sorgenti, poste a livelli più bassi rispetto all'ingresso, che sono d'importanza vitale per l'approvvigionamento idrico degli abitanti del comune di Monte di Malo. Per questo motivo è determinante che i visitatori evitino in modo assoluto di abbandonare rifiuti e di inquinare le acque interne specialmente con i residui del carburo usato per gli impianti di illuminazione.
Itinerario di accesso L'ingresso della grotta si trova sulla strada provinciale che unisce Monte di Malo con Priabona; in corrispondenza del ponte che attraversa il Rio Rana (parcheggio nelle vicinanze) si stacca una stradina chiusa da un cancello, sempre aperto, che in breve conduce all'imponente portale roccioso. Tutta la parte esterna dell'ingresso è stata sistemata dal comune di Monte di Malo nell'anno 1998 dopo tanti anni di degrado ed abbandono.
Per usufruire del parcheggio nelle immediate vicinanze dell'ingresso, è opportuno lasciare qualcuno a guardia delle macchine a causa dei continui scassinamenti e furti subìti dagli speleologi in visita alla grotta. Anche il parcheggio del Bar Rana non è più sicuro: i ladri sono entrati in azione anche lì più di una volta.
Descrizione Sicuramente la bellezza della Rana non è rappresentata dalle concrezioni calcitiche, che sono rare e purtroppo troppo spesso preda di ignobili ed ignoranti individui. Un esempio significativo è il Corridoio delle Stalattiti, posto sul Ramo Principale appena dopo aver salito la scaletta sulla Cascata: i primi esploratori dettero questo nome per l'abbondanza di meravigliose concrezioni. A percorrerlo oggi si può solo immaginare la sua bellezza osservando i tronconi delle stalattiti spezzate.
Il fascino di questa grotta sta nel poter percorrere per ore gallerie sempre diverse alternando condotte lavorate dall'acqua con sale e gallerie di crollo, camminando ora comodamente per poi trovarsi a strisciare in bassi laminatoi o ad infilarsi attraverso i massi.
La visita del Buso della Rana può essere fatta da chiunque con stivali ed un paio di torce elettriche fino al Sifone; proseguire oltre è consigliabile solo se accompagnati da esperti speleologi che conoscano il regime idrico interno e le varie diramazioni di questa cavità labirintica.
Per poter riuscire a descrivere nel modo più chiaro il Buso della Rana, è opportuno suddividerlo in quattro macro-zone distinte comunicanti fra loro:
Zona Principale: con i rami Principale, Trevisiol, Marmitte;
Zona Centrale: con i rami Attivo di Destra, rami di sinistra, Snoopy occidentale e Faglia;
Zona Nord: rami Nero, Snoopy orientale e Nord
Zona Sabbioni; rami Verde, Sabbioni, Sassi Mori

La Zona Principale coincide essenzialmente con quello che era lo sviluppo della grotta al 1960: tralasciando la deviazione del Ramo Destro dell'ingresso, si percorre il Ramo Principale passando il Sifone e la ferrata sul Laghetto di Caronte fino ad incontrare sulla destra il Ramo delle Marmitte. Esso consente di accedere alla Zona Sabbioni attraverso i rami Ponticelli-Congiungimento e di ricollegarsi al Principale tramite il Ramo Morto. Proseguendo oltre si passano il Labirinto, la Sala dei Massi e si arriva alla Cascata dove sulla destra si accede alla Zona Centrale. Dal Corridoio delle Stalattiti (ex!) si staccano sulla destra il Ramo ''Trevisiol'' e, poco oltre sulla sinistra, il Ramo dei Salti, entrambi con deviazioni non molto evidenti. Dopo il passaggio dell'enorme Camerone della Lavina si arriva nelle zone finali del Ramo Principale dove sono state compiute le risalite nel Ramo dei ''G'' e nel camino Natale '77. Anche nelle zone finali del Ramo ''Trevisiol'' troviamo degli importanti rami ascendenti come il ''Giacomelli'' ed il Camino Silvestro.

La Zona Centrale ha come spina dorsale il Ramo Attivo di Destra, raggiungibile ora dalla comoda scaletta posta nella Sala Nera in prossimità della Cascata nel Ramo Principale. Il percorso è un susseguirsi di passaggi fra laminatoi, frane e condotte freatiche veramente spettacolari. Passate Sala della Scritta e Sala ''Pasa'' si trova la deviazione per i rami di sinistra: Principale di Sinistra (o dei Basalti), Colate, Cascate e Fossile di Sinistra; quest'ultimo collega con il Ramo ''Trevisiol''. In prossimità di Sala ''Ghellini'' si staccano varie deviazioni per i Rami dei Camini mentre, poco oltre, si accede ai labirintici Rami di Sala Snoopy. In breve (per chi conosce la strada!) si arriva alla caratteristica lama di roccia che divide a metà la condotta: a sinistra si va al Ramo della Faglia, con la spettacolare parete rocciosa, mentre a destra si giunge alla Sala Snoopy con il celebre bivacco.

La Zona Nord è quella più lontana dall'ingresso ed inizia dalla Sala Snoopy. Risalendo il corso del torrente si percorre il Ramo Nero che prende il nome dalla patina nerastra che ricopre buona parte delle pareti rocciose e dai numerosi affioramenti dello strato basaltico. Numerose sono le faglie che hanno caratterizzato l'andamento di questo ramo. Tra la prima Sala dei Tufi, sede di un bivacco, e la seconda si trova il spettacolare Lago d'Ops, una gigantesca marmitta circolare. Oltre Sala Settembre, si risale il ruscello che sbuca dallo specchio di faglia per giungere in breve alla Sala della Foglia; poco prima una deviazione a sinistra conduce all'Ultima Spiaggia dove si sono fermate le attività esplorative. A valle di Sala Snoopy il Ramo dei Ghiri ed il torrente del Ramo Nero conducono al sifone terminale. Il sovrastante reticolo della Zona Peep, con le sue frane che tengono testa da decenni agli speleologi di Malo, immette nel Ramo Nord caratterizzato da un nuovo corso d'acqua che scorre fra pareti altissime. Sulla destra si passa il Camino dell'Eco che dà accesso all'omonimo ramo ed a quello delle Sabbie. Poco più avanti, in alto a sinistra, si diparte il Ramo Papesatàn. Dopo una curva di 90° verso ovest il ramo prosegue stretto ed alto obbligando l'avanzata in contrapposizione per un lungo tratto per poi esaurirsi negli stretti cunicoli del Rametto Nunziale o nella ciclopica frana della sala terminale.

Alla Zona Sabbioni si accede dal Ramo delle Marmitte risalendo uno scivolo fangoso che immette nel bel Ramo dei Ponticelli cui fa seguito il tormentato cunicolo del Ramo del Congiungimento fino alla Sala del Ballatoio. In questa sala si può arrivare più agevolmente anche dal Ramo ''Trevisiol'' percorrendo il Ramo Mexico. Ci si immette ora nel Ramo Verde: a monte chiude in frana mentre proseguendo a valle si giunge alla Sala degli Imbuti, crocevia dei rami Sassi Mori, Scaricatore e Sabbioni. Quest'ultimo si sviluppa verso nord-ovest in un complesso reticolo di gallerie, gli Anelli di Sinistra e di Destra, fino a Capo Horn, distante poche decine di metri in linea d'aria dalla zona Peep.

Normalmente l'attrezzatura necessaria può fare a meno di corde, imbrago ed attrezzi per la discesa e risalita, a meno che non si intenda effettuare risalite di camini o rami ascendenti, oppure accedere ad alcuni rami secondari,. L'attrezzatura personale risulta indispensabile se si ha l'intenzione di recarsi al Ramo dei Sabbioni, risalita in Sala degli Imbuti; Ramo Fossile di Sinistra, discesa nel Ramo Trevisiol; Ramo Nord, risalita dopo ''la Pozza''.

Per una visita più gratificante, esiste la possibilità di effettuare dei percorsi circolari, più o meno lunghi, combinando i vari rami interni.
La variante più classica e divertente, combinabile con qualsiasi percorso interno, è il ritorno per il Ramo delle Marmitte. La bellezza di questo ramo verrà accompagnata da un selva di urla ed imprecazioni quando ci si ritroverà ad avanzare con il livello dell'acqua oltre il bacino! L'accesso può avvenire dal Ramo Principale attraverso la Sala da Pranzo oppure dal Ramo Attivo di Destra percorrendo tutto il Ramo Morto.
L'altro anello parte dal Trivio nel Ramo Principale, porta al Ramo Trevisiol per poi arrivare, tramite il Ramo Mexico, alla Sala del Ballatoio; il ritorno avviene percorrendo i bassi cunicoli del Ramo del Congiungimento, il Ramo dei Ponticelli ed il Ramo delle Marmitte.
L'ultimo giro circolare parte dalla Cascata del Ramo Principale: si percorre il Ramo Attivo di Destra fin poco oltre Sala Pasa, si devia per i rami di Sinistra e ci si immette nel Ramo Fossile di Sinistra. Ci si cala nel Ramo Trevisiol (armare il pozzo con corda doppia ed usare attrezzi personali per la discesa) e si ritorna alla Cascata del Ramo Principale.
Altri giri circolari di entità inferiore possono essere fatti all'interno dei dei rami di Sala Snoopy, dei Camini e dei Sabbioni.

Descrizioni, foto, storia e tutto il possibile di questa grotta sul sito http://www.busodellarana.it


Altro,note STORIA ESPLORATIVA
Le prime vere esplorazioni risalgono all'anno 1933 quando, in seguito alla realizzazione di alcuni lavori per l'aprovvigionamento idrico, venne abbassato il livello delle acque interne creando uno spiraglio d'aria nel sifone che fino ad allora aveva costituito il punto terminale della grotta. I primi ad entrare furono alcuni giovani locali seguiti successivamente dai membri del CAI di Arzignano e di Vicenza che percorsero il Ramo Principale, le Marmitte, il Ramo Morto ed il Ramo Attivo di Destra fin poco oltre la Sala della Scritta.
Dopo la pausa della guerra, nel 1952 i gruppi grotte ''Massalongo'' di Verona e della SAT di Trento risvegliano l'interesse per la grotta organizzando una spedizione di cinque giorni. Insieme al ricostituito gruppo grotte ''Trevisiol'' del CAI di Vicenza, vengono esplorati il Ramo Trevisiol, la prima parte del Ramo dei Salti ed il Ramo dei Ponticelli. Questa fase esplorativa si conclude con la pubblicazione nel 1960 del rilievo e della descrizione della grotta da parte di Allegranzi, Bartolomei, Broglio, Pasa, Rigobello e Ruffo.
Negli anni '60 iniziano l'attività anche i gruppi grotte di Schio, Malo ed il ''Proteo'' di Vicenza e, per evitare la sovrapposizione, la Rana viene suddivisa in zone d'esplorazione; per questo la fortuna toccherà in maniera diversa ai vari gruppi.
All'inizio del 1969 la svolta: il Trevisiol supera la frana oltre la Sala della Scritta ed entra nella Sala Pasa. Da essa partono le esplorazioni di quello che diverrà il più complesso sistema di gallerie di tutta la grotta; vengono esplorati i rami di sinistra (Basalti, Colate, Cascate), i Rami dei Camini ed il complesso labirintico dei Rami di Sala Snoopy che, oltre al fossile Ramo della Faglia, conducono ad un nuovo ramo attivo, il Ramo Nero. A causa delle lunghe marce di avvicinamento per portarsi nelle zone operative, si rende necessaria l'installazione di un bivacco fisso che permetta un certo riposo dopo le punte nelle parti più interne di questa nuova zona della grotta.
Negli anni â€ËÅ“70 il ''Proteo'' di Vicenza avanza oltre il Ramo dei Ponticelli e rileva un notevole complesso di nuovi rami (Verde, Sassi Mori, Scaricatore) e successivamente quello dei Sabbioni che riceve le acque provenienti dal Ramo Nero.
Nei suoi primi anni di attività, il gruppo di Malo si rende protagonista della risalita del Ramo dei Salti arrivando fino a +220 dalla quota d'ingresso, ma è nei primi anni '80 che riceve la soddisfazione maggiore con la scoperta del Ramo Nord dopo il superamento di un'angusta strettoia nella Zona Peep.
Esaurita la progressione orizzontale, un po' tutti i gruppi vicentini si dedicano negli anni '80 alle risalite dei grandi camini presenti nelle zone terminali dei vari rami: il Camino Silvestro, Camino Papesatàn, Ramo dei G e Ramo Giacomelli. In quest'ultimo, il gruppo di Schio arriverà ben a +251 dall'ingresso ed a soli 40 metri dalla superficie.
Dal 1990 in poi la frenesia esplorativa si esaurisce contro le difficoltà che la grotta impone: numerose frane bloccano le gallerie, la risalita dei camini è onerosa ed il raggiungimento delle zone più interne, rami Nero e Nord, presuppone parecchie ore di faticosissima marcia di avvicinamento. Per questi motivi la maggioranza dei gruppi rivolge le sue attenzioni ad altre zone geografiche più redditizie sotto l'aspetto esplorativo oppure si concentra sul sovrastante altopiano del Faedo-Casaròn alla ricerca di una grotta che intercetti dall'alto le gallerie del Buso della Rana. L'impresa sembra riuscire agli speleologi di Schio quando dei lavori di scavo intrapresi nella grotta Pissatela portano alla scoperta di un reticolo di gallerie simile a quello della Rana e con uno sviluppo complessivo che oggi supera i 6 km! La sovrapposizione dei rilievi sembra indicare che solo poche decine di metri separano la Pissatela dalle zone terminali del Ramo Nero, ma il fatto di non aver effettuato una prova di colorazione delle acque ed il probabile errore dell'orientamento del rilievo della Rana rispetto al Nord magnetico (tutto il rilievo è stato costruito sopra alle misurazioni per il Ramo Principale fatte nel 1940!), sembrano allontanare la possibilità di un congiungimento a breve termine. Come per la Pissatela, non resta che riprendere le grotte esplorate sull'altopiano alla fine degli anni '60 e cominciare a disostruire dai massi le gallerie nella speranza di trovare condotte più comode che portino finalmente a determinare il tanto agognato secondo ingresso del Buso della Rana.
Fino all'anno 2003 saranno poche le novità esplorative di rilievo, nonostante la grotta offra ancora molte possibilità.. Sono moltissime le zone dove lo speleologo passa frettolosamente per raggiungere le parti più interne; un'osservazione più attenta potrebbe dare molte soddisfazioni come nella recente scoperta del Ramo del Sogno sopra il Ramo dei Ponticelli, oppure nei promettenti camini finora ignorati nella zona del ''Pettine'' al Ramo Nero.

NOTE TECNICHE
Se non si effettuano risalite nei rami ascendenti (Ramo dei Salti, Ramo Giacomelli, ecc.) non occorre alcuna attrezzatura particolare. Altri rami (Nord, Verde, Fossile Sx) invece presentano uno o due salti di poco superiori ai 5 metri che obbligano ad avere l'attrezzatura completa al seguito.

Fare attenzione alle piene che, nel Ramo Principale, possono defluire in poche ore (dal momento in cui smette di piovere!); mentre nei rami nuovi le gallerie vengono invase fino a notevole altezza e quindi comportano estremo pericolo per gli esploratori.

NOTE LOGISTICHE
Per usufruire del parcheggio nelle immediate vicinanze dell'ingresso, è opportuno lasciare qualcuno a guardia delle macchine a causa dei continui scassinamenti e furti subiti dagli speleologi in visita alla grotta. Anche il parcheggio del Bar Rana non è più sicuro: i ladri sono entrati in azione anche lì più di una volta.
Rilevo 1
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Coordinate convertite per gps
Lat:45.66727347N Lon:11.36179278E Datum:WGS84
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